giovani protagonisti

Lorenzo Bortolotti, tra filosofia e agricoltura: «Noi contadini centrali nell’equilibrio ambientale»

Il giovane imprenditore-filosofo a soli 30 anni gestisce a Pergine un’azienda che ha fatto dell’agricoltura biologica uno dei suoi cardini


Carlo Bridi


PERGINE VALSUGANA. La storia che raccontiamo oggi trasuda in ogni passaggio il ruolo del mondo agricolo nella società contemporanea, oggetto d’indagine di un giovane filosofo di 30 anni, che pur avendo scelto la laurea in filosofia non ha mai avuto dubbi sul fatto che al termine degli studi sarebbe diventato imprenditore agricolo, prendendo in gestione l’azienda di famiglia. 

Parliamo di Lorenzo Bortolotti, 30 anni, innamorato della sua professione e della sua terra, ma anche molto scettico sul mondo della cooperazione agricola che a suo dire non valorizza adeguatamente le produzioni biologiche.

La sua azienda, a Pergine Valsugana, fu avviata dal nonno sceso da Viarago nel lontano 1947. Una produzione viti-frutticola, e di ciliegie certificata biologica per la profonda convinzione del giovane che tutti noi, a partire dagli imprenditori agricoli, dobbiamo dare un contributo in tutte le nostre azioni per un futuro più sostenibile alla luce dei cambiamenti climatici e dell’impazzimento del clima al quale assistiamo.

Per questo, Lorenzo Bortolotti ha scelto altri canali per vendere i suoi prodotti: le uve base spumante coltivate con il metodo biologico vanno tutte alla Ferrari Spumanti, mentre ai privati vende mele e ciliegie. Quest’anno, afferma, abbiamo avuto un’ottima produzione di ciliegie sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, ma il mercato è stato fiacco. L’inadeguata remunerazione dei prodotti, assieme al ruolo sociale del mondo agricolo, sono i due “crucci” del giovane filosofo.

Considerata la sua formazione, Lorenzo, ha voluto frequentare il corso delle 600 ore organizzato dalla Fem (Fondazione Edmund Mach) per il conseguimento del brevetto professionale agricolo. Un corso – afferma – che è stato un’utile base per avviare l’attività agricola, ma anche per conoscere le esperienze professionali di tanti altri giovani che hanno partecipato al corso.

Di seguito ha ottenuto il premio d’insediamento che gli è servito per l’acquisto di un nuovo atomizzatore con ugelli anti-deriva. Si è poi cimentato con un impianto di 5 mila metri quadrati di ribes, che però non ha avuto vita lunga: dopo 5 anni, purtroppo ha dovuto estirparlo.

Ma come si compone la sua azienda oggi?

La superficie complessiva è di sette ettari dei quali tre sono coltivati a vite, tre a frutteto (mele), e uno a ciliegie delle varietà Kordia e Regina che sono le più richieste dal mercato.

Dal 2016, Bortolotti è titolare dell’azienda per quanto riguarda la parte agricola, mentre la sorella Carla, già ospite della nostra pagina, è responsabile dell’attività agrituristica.

Ma il giovane filosofo non intende fermarsi a queste colture: vuole introdurre anche alcune varietà di pero e di pesco, per diversificare l’azienda. Ma come detto tutte le sue attività sono finalizzate ad una produzione sempre più sostenibile non solo dal punto di vista economico e sociale ma anche dal punto di vista ambientale.

C’è anche un sogno nel cassetto di Lorenzo, quello che alla figura dell’imprenditore agricolo sia riservato un ruolo centrale da parte della politica, sia a livello locale, che nazionale ed europeo. Non va infatti dimenticata l’importanza del comparto agricolo sul piano ambientale, specialmente nel cambiamento delle funzioni dell’agricoltura al netto dei cambiamenti climatici.  

E il suo rapporto con l’ambiente? «Il fatto stesso che la mia scelta è da sempre quella di avere un’azienda biologica, è la riprova della mia sensibilità ambientale» afferma Bortolotti, che prosegue: «La politica non deve dimenticare il ruolo di noi contadini nel mantenere gli equilibri ambientali. Anche i miei studi filosofici mi hanno portato ad avere una visione più sensibile della sostenibilità ambientale che dobbiamo avere tutti, nelle nostre azioni quotidiane, ma noi imprenditori agricoli abbiamo una responsabilità maggiore».

A proposito del reddito, secondo Lorenzo dovrebbe venir garantito e perciò vede nell’assicurazione e nella mutualità del Consorzio di Difesa dalle calamità atmosferiche, il Co.Di.Pra, una bella realtà che dà sicurezza agli imprenditori agricoli a fronte di un cambiamento climatico con conseguenze sempre più negative per i prodotti agricoli. Gelate, grandinate, vento sono fenomeni sempre più presenti e intensi che non possiamo ignorare.

Lorenzo è impegnato negli organismi più importati per la sua attività: nei direttivo del Consorzi di Miglioramento Fondiario di Pergine ed in quello di Madrano, ma è anche componente il consiglio direttivo di Coldiretti della sezione perginese.

E gli amici universitari cosa dicono della sua scelta? «Tutti si aspettavano che io diventassi imprenditore agricolo, ma anche loro condividono con me l’analisi che all’agricoltura sia ancore riservato un ruolo marginale» risponde.

Sentimentalmente Lorenzo è sposato con Diana, che di professione fa la psicologa.













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