«La Provincia ha tarpato le ali alla nostra città» 

Il caso. Nadia Delugan porta la voce dei commercianti del centro in merito alla esclusione da parte della Provincia di Pergine dalle città turistiche. «Tutto il Trentino dovrebbe essere turistico»


Franco Zadra


Pergine. «Questa esclusione – dice Nadia Delugan del Consorzio Operatori Pergine Iniziative (Copi) – dalle città “turistiche” è stato come tarparci le ali, un vero peccato per noi, non perché vogliamo a tutti i costi tenere aperte le nostre attività la domenica, non è quello il punto, ma piuttosto il fatto che si perdono grandi potenzialità che vengono ulteriormente affossate da questa esclusione».

Eppure, per la città crocevia tra la Valsugana e la Valle dei Mocheni, con delle peculiarità che riassumono quelle del territorio Trentino, animata da un calendario di eventi che ci accompagna tutto l'anno, a soli 10 minuti da Trento, la sentenza è stata pronunciata: “Non sei una città turistica”.

Per la presidente Delugan che con i suoi associati cerca di valorizzare e promuovere il tessuto commerciale del centro storico cittadino la legge provinciale sulle chiusure domenicali è una sorta di danno d'immagine.

«Il lago di Caldonazzo – spiega Delugan – il castello, la Valle dei Mocheni con la sua minoranza lingustica, la Panarotta, tantissimi posti vicini, belli, come il lago di Canzolino, appena fuori dalla città, poco conosciuto, con ben due alberghi, incontaminato e bellissimo, poi le zone minerarie, il Lagorai...».

E proprio parlando del lago di Canzolino, per definirlo nella sua peculiarità, Delugan si lascia sfuggire un «...non è turistico», quasi a volere (senza volerlo) dare ragione alla Provincia che pure un paletto lo ha dovuto mettere. «Tutto il Trentino – spiega Delugan - dovrebbe essere considerato turistico. Prima di discriminare si sarebbe dovuto almeno interpellare i Comuni. E non credo che il parametro applicato dalla Provincia sia riferibile a un indotto turistico. Altri Comuni “meno turistici” di Pergine si sono visti riconoscere come turistici. Ma per esempio, anche Fiavè non è stata considerata zona turistica pur essendo tra due località che lo sono e sembra che il sindaco farà un'ordinanza perché si tengano i negozi aperti. Se noi sappiamo evidenziare le potenzialità delle nostre località, e lo diciamo, non ce n'è una che dovrebbe esserne esclusa, ma se poi viene meno l'input della Provincia la cosa non funziona».

Il Coronavirus ha di fatto frenato il turismo perginese, ma come è accaduto dappertutto, «ma solo a guardare – continua Delugan – al lago di Caldonazzo con i suoi camping, dove il Comune conta più della metà delle sue spiagge, un valore aggiunto macroscopico, non si comprende come non siamo stati considerati città turistica».

Ma come l'hanno presa i commercianti? «In nostri associati – spiega Delugan –, una novantina di negozi in centro storico, hanno per la maggior parte attività a conduzione familiare, non avendo in carico personale dipendente da turnare sulle domeniche, e forse per questo non hanno sollevato grosse perplessità, ma concordano con me che se si alimentasse un certo giro anche loro terrebbero aperto il negozio. Abbiamo delle realtà un po' più grosse che tenevano comunque aperto la domenica e ora devono tenere chiuso, ma in generale non abbiamo una vera necessità di tenere aperto la domenica».

Una prerogativa del tessuto commerciale perginese che sembra eccedere l'aspetto meramente utilitaristico, a vantaggio di un “bene vivere” godendo anche della famiglia.

«Con il Coronavirus – dice ancora Delugan – è sorta la necessità per il governo provinciale di mettere i puntini sulle i, ma non credo che si tratti tanto di una misura di contenimento del contagio, quanto piuttosto di una sorta di etica che si è venuta a formare nel corso del lockdown. Si è dovuto comunque chiudere per forza e la Provincia ha inteso che la domenica la gente non ha una grande necessità di andare a fare la spesa. Sarebbe stato impossibile imporre questo su tutto il territorio e si sono scelti dei parametri per attuarlo per almeno una parte. Un discorso molto complicato».















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