Fornace ricorda il martirio di padre Scarpa 

Celebrato dalla comunità a ottant’anni dalla morte di Angelico nella missione di Endeber in Africa


di Fernando Valcanover


FORNACE . La Comunità ha ricordato domenica durante la messa, nell’80° anniversario della morte, padre Angelico Scarpa, uno dei suoi missionari che ha subito il martirio in Etiopia. Al secolo Camillo Scarpa, era nato nel 1907, e venne ucciso a Endeber la domenica delle Palme del 10 aprile 1938. La Messa è stata celebrata dal parroco don Giorgio, assistito da padre Mariano dei cappuccini di Trento, presenti delegazioni di pompieri, fanti, alpini e carabinieri di Civezzano - Fornace. Al termine alla mensa di Pian del Gac', è seguito un pranzo con tutti i famigliari e discendenti di Padre Angelico e di padre Teofilo da Villamontagna, con un ricordo degli altri fratelli periti nel massacro.

Padre Angelico, come ha ricordato il sindaco Mauro Stenico, aveva sempre mostrato fin da bambino un amore particolare per la vocazione missionaria. «Uomo di grande intelligenza ed entusiasmo, soggiornò in vari conventi della nostra regione, a Malé, Rovereto, Trento, facendosi apprezzare per la sua preparazione e capacità predicatoria. Nell'ottobre del 1936 venne inviato in Etiopia, dove il provicario della missione, padre Modesto da Torino del quale Angelico divenne in breve tempo il “braccio destro”, gli affidò l'insegnamento al ginnasio di Addis Abeba. Angelico volle affiancare all'insegnamento ginnasiale una scuola serale per i figli delle autorità e degli ufficiali. A fine 1937, quando la divisione delle missioni cappuccine assegnò alla provincia di Trento le regioni del Guraghe e Ghigner, Angelico venne inviato a Endeber (Guraghe), ove rimase tre mesi prima di subire il martirio, dopo aver trascorso in Africa un periodo complessivo di 16 mesi. La morte giunse per lui, per padre Teofilo Mazzini da Villamontagna, fra Pietro Griso da Samoclevo, un ragazzo della missione e il domestico Scebbani, dopo la recita dei vespri domenicali delle Palme, il 10 aprile 1938. Una ventina di banditi vestiti in truppe indigene si avvicinò alle abitazioni dei cappuccini. Riuscirono a fuggire nei boschi solo padre Cirillo da Bedollo e padre Gabriele. La missione venne bruciata, salvo la chiesa. I superstiti rimasero sul posto fedeli alla missione di diffusione del Vangelo».













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