«Candidature perginesi condizionate dal fallimento dei “civici”»

PERGINE. «Il fallimento del progetto dei “civici” ha scombinato ogni discorso legato a candidature perginesi». Ad affermarlo è Daniele Lazzeri direttore del Tink Tank Nodio di Gordio che si occupa...



PERGINE. «Il fallimento del progetto dei “civici” ha scombinato ogni discorso legato a candidature perginesi». Ad affermarlo è Daniele Lazzeri direttore del Tink Tank Nodio di Gordio che si occupa come osservatorio di politica internazionale e di geopolitica, ma anche di dinamiche politiche italiane. «Quella delle “civiche” era un’aggregazione di personalità provenienti da esperienze amministrative sul territorio e guidata fino a poche settimane fa dall’ex assessore provinciale Carlo Daldoss che si proponeva di rompere il dualismo centrodestra-centrosinistra per creare una nuova area di buongoverno al centro del quadro politico provinciale. Le note vicende legate alla mancata comunicazione interna tra le varie anime della lista civica con lo stesso Daldoss hanno fatto evaporare in poco più di una giornata il progetto, lasciando improvvisamente un vuoto politico al centro dello scenario provinciale a poche settimane dalla presentazione ufficiale delle liste elettorali». Da qui, appunto, secondo Lazzeri, la situazione particolare che si è creata a Pergine. «Comprensibile il caos che ne è seguito e la conseguente polarizzazione della situazione politica che ha spinto alcuni movimenti e molti candidati a scegliere di ritirarsi o di sposare le aggregazioni verso il centrodestra guidato da Maurizio Fugatti o il centrosinistra capitanato dall’ex senatore Giorgio Tonini. Ma tra le cause principali del fallimento progettuale non è stato affatto secondario il continuo trascinarsi per mesi di un indecisionismo che ha finito per logorare le possibilità di riuscita dell’operazione. Un indecisionismo che ha visto come protagonisti i due leader le movimento civico, il sindaco di Rovereto Francesco Valduga e quello di Pergine Roberto Oss Emer che pur avendo contribuito fattivamente a lanciare la sfida di un nuovo movimento provinciale sono stati i primi a non partecipare direttamente alla competizione elettorale, così come abbiamo assistito a un lungo tira e molla sulla possibilità della discesa in campo da parte di altri candidati di peso anche sul territorio perginese. A farne le spese sarà proprio la rappresentatività di Pergine in consiglio provinciale. Pergine e le zone limitrofe si trovano, infatti, ad avere pochi candidati nelle liste e nessuna personalità di spicco in grado di coagulare intorno a sé un ampio sostegno». (r.g.)













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