C’è il via libera della Provincia per il nuovo elettrodotto 

La delibera. Il progetto rientra nella nel più ampio progetto di razionalizzazione della rete elettrica nell’area di Trento e attraversa per 11 km il territorio di Civezzano, Pergine e Baselga


ROBERTO GEROLA


Pergine. Compatibilità urbanistica e paesaggistica per il progetto relativo al nuovo elettrodotto che Terna intende costruire attraverso il territorio della Valsugana e in particolare di Pergine per quanto riguarda la parte nord del territorio. Il questo senso la delibera della giunta provinciale che sostanzialmente ha dato il nulla osta all’inizio lavori.

I lavori

Il progetto di Terna, che rientra nella nel più ampio progetto di razionalizzazione della rete elettrica nell’area di Trento, prevede un tratto di 11 km (al posto dei 9,7 attuali) con 29 piloni (alti 40 m e al posto di 32) e parte dal Doss Montozano (vicino a Magnago, di Civezzano) provenendo da Lavis, prosegue verso il Doss di Penegallo, attraversa il Silla, passa tra la Croce della Rocca e il Croz della Crosara fino in prossimità del Doss Puen (Baselga di Piné, territorio attraversato per 300 metri).

Nel Perginese

Sul territorio di Pergine entra nelle vicinanze dei centri abitati di Guardia e Buss, scende nelle vicinanze del Ponte alle Piane, supera il Rio Nero, passa sui rilievi tra Viarago e Serso, scende all’imbocco della valle del Mocheni (Croz del Cius) entra nel territorio di Vignola Falesina, supera il rio Eccher per tornare in Pergine (Canzane) e riprendere il tracciato attuale. Proprio per l’impatto ambientale che causerà, c’era stata una sollevazione. Inutilmente era stato chiesto di interrare il tutto anche con raccolte firme, documenti, interrogazioni. Questo fin da una decina di anni fa. Sull’altro fronte, il Comitato 290 che si batteva per demolire capriate e linee aeree che provenienti da Trento (visibili nelle campagne tra Roncogno e Fornaci) proseguono fino ad attraversare via Graberi, via Marzola e arriva al “Capitel dela Polver” (via Pontara) e proseguire. Una battaglia iniziata oltre vent’anni fa. Nella delibera della provinciale si legge che solo tre piloni sono a elevato rischio geologico: sono chiesti paramassi a difesa della linea e perizia geologica prima dell’inizio lavori. Si precisa inoltre che l’ultima edizione del progetto ha recepito le indicazioni date in precedenza per ridurre gli impatti visivi.













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