Lutto

Addio a Floriano Menapace, padre dell’archivio fotografico provinciale

Aveva 78 anni, era stato tra i primissimi laureati al Dams. Il cordoglio della giunta provinciale: "Ha contribuito a restituire alla comunità un vero e proprio tesoro di immagini, prezioso anche per le generazioni future"



TRENTO. E’ scomparso a 78 anni Floriano Menapace, “padre” dell’archivio fotografico storico provinciale. 

Nato a Trento nel 1946, tra i primissimi laureati italiani in Storia della fotografia al Dams a Bologna, Menapace nel suo percorso ha unito l’impegno creativo all’attività di funzionario dell’amministrazione culturale della Provincia autonoma di Trento, curando campagne fotografiche di catalogazione dei beni culturali sul territorio e fondando l’Archivio fotografico storico provinciale, che sotto la sua direzione è arrivato a contare 1.100.000 fotografie.
Si è occupato di problematiche relative alla catalogazione della fotografia, ha pubblicato numerosi contributi su cataloghi, riviste specializzate e quotidiani. A partire dagli anni Novanta ha approfondito le tematiche dello studio del paesaggio in collaborazione con l’Università di Trento e si è dedicato con più intensità all’attività di curatore di mostre fotografiche. Nel 2004 ha lasciato l’ente pubblico per dedicarsi all’attività di libero professionista, concentrandosi sullo studio del territorio e dell’evoluzione del paesaggio.

La vicepresidente e assessora alla cultura Francesca Gerosa esprime il cordoglio della Giunta provinciale, a nome anche di tutta l’Amministrazione e in particolare della Soprintendenza ai beni culturali di cui aveva fatto lungamente parte: “Ci uniamo al cordoglio dei familiari e di quanti gli erano vicini per la scomparsa di Floriano Menapace, una figura di alto profilo per quanto attiene la raccolta, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio fotografico provinciale e non solo. Grazie alla sua intraprendenza e passione, la fotografia del territorio, nella sua identità storica di produzione culturale e nelle sue valenze documentarie, ha conosciuto un grandissimo sviluppo di cui ancora si beneficia. A lui infatti dobbiamo l’istituzione dell’Archivio fotografico storico provinciale e la restituzione alla comunità di un vero e proprio tesoro di immagini, prezioso anche per le generazioni future, a disposizione di tutto il pubblico: dagli studiosi agli studenti fino agli appassionati. Questa grande raccolta, che conta oggi oltre due milioni di scatti, assume oggi ancora più valore considerato che l’immagine è elemento determinante della nostra quotidianità e che le immagini sono il supporto che ci aiuta a orientarci, ad avere visione del mondo e a raccontare il territorio”. 













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