“Bonus cibo” al 2% dei perginesi
L’emergenza. I numeri forniti in consiglio comunale sono preoccupanti: 462 famiglie residenti nel Comune hanno ricevuto aiuti alimentari Approvata una mozione per realizzare «un progetto con l'associazione Trentino Solidale di sostegno mirato alle famiglie in difficoltà»
Pergine. Il tema delle difficoltà di famiglie e cittadini di fronte agli effetti della pandemia, ha occupato a lungo il consiglio comunale, lunedì sera. La mozione presentata dalla minoranza (dal Polo Civico Autonomista), emendata dalla maggioranza, è stata anche occasione, per la vicesindaca Daniela Casagrande, di presentare molti dati relativi al problema nel comune.
Come ha ricordato il sindaco Roberto Oss Emer, servizi sociali e relative risorse economiche sono di pertinenza della Comunità di valle. In Trentino sono solo i Comuni di Trento e Rovereto a potersi gestire in autonomia risorse e servizi. Oggi per la giunta comunale questo non è una priorità ma resta valida l’idea di cambiare la legge, portando la soglia sopra la quale affidare direttamente i servizi sociali ai comuni ai 20.000 abitanti, mentre attualmente è 30.000 abitanti.
La mozione approvata tratta il «servizio di offerta di generi alimentari a favore di famiglie che si trovano in difficoltà». Impegna la giunta «a intraprendere, assieme alla Comunità di valle, un dialogo con l'associazione Trentino Solidale e attivarsi per ricerca e offerta di uno spazio adeguato per dare la possibilità all'associazione di riprendere il servizio di consegna alle famiglie perginesi di generi alimentari». La mozione impegna altresì «a valutare la possibilità di creare un progetto di sostegno mirato alle famiglie perginesi in difficoltà con l'associazione Trentino Solidale, in considerazione degli effetti negativi, sia dal punto di vista economico che sociale, che si stanno propagando a causa della pandemia da Covid 19 e che rischiano di aumentare, anche nella nostra comunità, il numero delle persone sotto la soglia di povertà o che comunque faticano ad avere le risorse per poter garantire a se stessi e alla propria famiglia gli alimenti necessari per una corretta alimentazione».
La vicesindaca ha informato il consiglio del fatto che la Comunità Alta Valsugana e Bersntol si rende disponibile ad un colloquio con Trentino Solidale, anche eventualmente per la messa a disposizione di spazi.
Trentino Solidale è un network di secondo livello, con sede a Trento. In particolare aiuta quotidianamente centinaia di famiglie, garantendo accesso al cibo, con 330 punti di raccolta, 18 automezzi, 200 volontari. Anche a Pergine fino all’inizio dell’epidemia, il servizio era proposto due giorni in settimana, alla casa di riposo di via Pive. Ne usufruivano 92 nuclei familiari per un totale di 233 persone. Da marzo il servizio è sospeso per mancanza di disponibilità di un locale, poiché quello di via Pive non è più disponibile.
Anche i dati della Caritas sono rilevanti: Casagrande ha ricordato che oltre ai buoni spesa, la Caritas ha contribuito a pagare spese fisse alle famiglie in difficoltà per circa 7.000 euro nel 2020.
«Nel nostro Comune Trentino Solidale è presente da diversi anni -ha ricordato la vicesindaca -. All’inizio operava alla Provvidenza, poi al Circolo anziani, quindi nella ex palazzina ufficio della Casa di Riposo».
Daniela Casagrande ha quindi ricordato che a Pergine, alla data del 29 giugno scorso, sono state 694 le domande di bonus alimentare presentate, di cui 462 accolte (di cui 251 con minori). Si tratta del 2,1% dei residenti.
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