Aperta la “caccia” all’anatra lungo le rive perginesi del lago
Pergine. Troppi “anatidi” e in particolare anatre, folaghe, germani eccetera, popolano le spiagge della sponda perginese (ma non solo) del lago di Caldonazzo. E si parla in particolare del lungo lago...
Pergine. Troppi “anatidi” e in particolare anatre, folaghe, germani eccetera, popolano le spiagge della sponda perginese (ma non solo) del lago di Caldonazzo. E si parla in particolare del lungo lago di San Cristoforo e Valcanover. Sono troppi e sporcano oltre che impedire di fatto l’uso degli spazi ma anche dell’acqua da parte dei bagnanti che evidentemente non amano camminare tra gli escrementi e tanto meno immergersi in acque inquinate dallo stesso materiale. E si corre ai ripari.
Il provvedimento
Con una propria ordinanza, il sindaco Roberto Oss Emer ne prevede la cattura «nel più breve tempo possibile e la successiva loro consegna ad alcuni privati cittadini che si sono impegnati a custodirli e a mantenerli a proprie spese. Gli incaricati sono i custodi forestali del Comune di Pergine con l’eventuale collaborazione del Corpo forestale provinciale e del personale operaio del cantiere comunale, nonché con l’eventuale assistenza della Polizia locale». Così recita l’ordinanza apparse ieri sul sito del Comune.
I motivi dell’ordinanza
Nella parte relativa alle motivazioni si legge che la colonia di anatidi si spinge sulle aree utilizzate dai bagnanti, le imbrattano con le loro deiezioni e ne compromettono l’utilizzo. La situazione è stata ripetutamente segnalata: la prima risale al 5 luglio 2016 con l’Azienda sanitaria a confermare che la spiaggia dei Pescatori, causa gli anatidi, era in condizioni igieniche degradate tali da non garantire la salute degli utenti, ma anche l’ecosistema era danneggiato (nidificazioni ostacolate, alimentazione bloccata, aggressività tra specie diverse, danni irreversibili all’ambiente naturale e trasformazione dello stesso). E’ stato poi verificato che la competenza era del Comune. Da qui l’intervento, anche perché, la colonia (stimata inizialmente in 20 esemplari) è cresciuta e aumenterà ancora provocando sempre più danni e incompatibilità all’uso delle aree adibite a spiaggia pubblica. Un problema comune anche alle spiagge di Calceranica, come è emerso l’altra sera in sede di assemblea dei Pescatori rivieraschi. R.G.