È esente da spese sul conto ma non per Poste Italiane
Mauro Ambrosi ha la pensione minima e da marzo 2017 chiede l’applicazione delle legge all’ufficio di Pergine: «Il 7 maggio parlerò col direttore provinciale»
PERGINE . Caso disservizio delle Poste Italiane, almeno per la sede di Pergine, ricordando che l’ufficio è nel terzo Comune del Trentino e che, per la storia locale, ha alle spalle mezzo secolo di apertura.
Mauro Ambrosi, pensionato residente nell’Oltrefersina, nel marzo dell’anno scorso aveva aperto un conto corrente all’ufficio postale di Pergine, dove evidentemente e fin da subito hanno registrato nome, cognome, residenza e data di nascita dell’interessato. Qualche settimana dopo, il pensionato “scopre” che per la specifica convenzione stipulata tra Stato e Poste, il conto corrente “base” (appunto il suo) sarebbe stato esente dalle spese di gestione (4 euro al mese, 48 euro all’anno) perché la pensione di cui gode (si fa per dire) è la “minima” e in sostanza, non supera i 18.000 euro all’anno, condizione appunto per non pagare i 4 euro mensili. Chiaro che un pensionato con simili importi mensili cerchi in tutti i modi di risparmiare il massimo possibile. Così, documentazione alla mano nel giugno scorso si presentava all’ufficio per poter godere di questa esenzione. «Ne è nata una trafila impensabile - ci ha raccontato ieri - che si risolverà solo il 7 maggio prossimo: per quella data (alle 10) ho un colloquio con il direttore provinciale nell’ufficio postale di Pergine».
Già in questi termini, la vicenda è abbastanza allucinante. «Ma come – dice - per applicare questa esenzione si deve muovere il direttore provinciale?». In effetti, secondo il racconto del pensionato, la vicenda ha dell’incredibile. «L’impiegato al quale mi sono rivolto, non sapeva nulla dell’esenzione. Devo aggiungere che non è stato per nulla educato oltre al fatto si essersi rivelato incompetente. Poi ho chiesto della direttrice, alla quale avevo scritto una lettera per come ero stato trattato dal dipendente e siamo già a novembre. Nel frattempo, mi comunicano di aver smarrito i documento. Dopo qualche considerazione piuttosto seccata da parte mia, i documenti saltano fuori». Ma anche la direttrice ha preso tempo. Il pensionato si reca allora a Trento, alla direzione provinciale, per aver soddisfazione della richiesta. «E lì vengo a sapere che il direttore sapeva già tutto, e tra l’altro mi comunicava che anche a livello di Triveneto, si era a conoscenza del caso. Perché, mi dicono in quell’occasione, “il suo è uno dei due o tre casi in Italia” e per questa frase rimango allibito. Ma come, possibile che i pensionati che ricevono la “minima” ed hanno il conto corrente base alle Poste Italiane siano così pochi?».
Ma a Pergine, dalla direttrice, viene a sapere un’altra cosa, sempre mentre attende che la disposizione sia applicata al suo conto corrente. «Guardi, mi dicono, che con il nuovo contratto (per altro non ancora firmato) lei non avrà più diritto al bancomat e per i prelievi dovrà venire in ufficio ogni volta. Ma nel frattempo mi accorgevo anche che il bancomat era stato sospeso e della cosa non ero stato messo al corrente. E mi sono sentito umiliato». Per avere un raffronto, il pensionato si era recato in altra banca. «Sono stato alla Cassa Rurale di Pergine – ci racconta - mi hanno stampato e consegnato nel giro di pochi minuti la norma sull’esenzione dicendomi che nell’arco di una settimana avrebbero provveduto a fare tutto, apertura del conto, applicazione dell’esenzione, bancomat...».
Qualche giorno fa ha ricevuto la comunicazione che appunto il 7 maggio alle 10 avrebbe incontrato il direttore provinciale per procedere. Dopo un anno dalla richiesta.
«Voglio denunciare questo episodio. Conclude il pensionato - perché non penso che in Italia ci siano solo due o tre casi del genere. Penso invece che i pensionati con la minima (che affidano alle poste la propria pensione) e quindi con il diritto alla esenzione siano molti di più. Penso che altri pensionati con la minima clienti a Pergine non siano al corrente della esenzione. Non dovrebbe essere la Posta a comunicare questa esenzione al pensionato con la “minima”? Penso che ritirerò il conto dalle Poste». (r.g.)
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