Pass vaccinale: Trento attende Roma, Bolzano se ne è fatto uno su misura
Fugatti: “Lo ritengo un tema di carattere nazionale”. Ma Palazzo Widmann introduce un sistema per garantire accessi sicuri agli esercizi pubblici. In campo nazionale, sì convinto di Bonaccini, perplessità di Nardella: “Non creare discriminazioni” (foto Ansa)
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TRENTO. Trento e Bolzano continuano a procedere su strade separate sulle misure per la ripartenza post-Covid, in particolare sugli strumenti allo studio per consentire un accesso controllato agli esercizi pubblici (e ad altre attività economiche e cultuali), oltre che per regolamentare gli spostamenti.
Mentre in Alto Adige debutterà lunedì un “Corona pass” ad hoc, che consentirà ai clienti dei locali di consumare all’interno se in grado di dimostrare - grazie ad un'apposita app con codice Qr - di essere vaccinati, guariti o testati negativi nelle ultime 72 ore, il Trentino mantiene ferma la barra sul passaporto vaccinale nazionale.
Questa la posizione del governatore, Maurizio Fugatti: “Al momento non pensiamo a formule locali. Lo ritengo un tema di carattere nazionale”, spiega al sito www.giornaletrentino.it.
Nardella: “No alle distinzioni fra cittadini”
Il tema ancora divide, anche per le sue implicazioni sulle condizioni di accesso al passaporto, che deve garantire l'uguaglianza fra gli utenti: “Non possiamo dividere gli italiani tra cittadini di serie A e cittadini di serie B a seconda che abbiano o meno il passaporto vaccinale". Lo ha affermato Dario Nardella, sindaco di Firenze, a margine della manifestazione degli ambulanti di ieri in città. "Più volte - ha ricordato - io ho lanciato la proposta di poter riaprire non solo con il passaporto vaccinale, ma anche con il tampone, con un certificato di un tampone negativo nelle 48 ore precedenti, perché il rischio è che se noi consentiamo la libera mobilità e gli accessi solo a chi ha un passaporto vaccinale, rischiamo di replicare anche nelle modalità di riapertura certe disparità che si sono verificate nelle modalità di vaccinazione".
Bonaccini: sì a un pass per gli spostamenti
Il presidente della Regione Stefano Bonaccini ha detto ieri di condividere l'ipotesi di un pass per gli spostamenti: “Ci sono "due elementi", precisa, "uno un pass per spostarsi fra regioni" e poi "un passaporto vaccinale che permetta - e condivido la proposta di Mario Draghi - di poter far entrare le persone in quei luoghi dove uno se è già protetto non rischia né di contagiar se stesso né di contagiare gli altri" in modo tale da far "ripartire le attività". "Poi c'è la 'green pass' proposta dall'Unione europea da giugno - dice Bonaccini - che io mi auguro venga introdotta".
Costa: “Sì alla sicurezza, no alla discriminazione”
Intanto stamane il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, intervistato su RTL 102.5, fornisce nuovi dettagli su questo strumento. Il Pass vaccinale – dice – "crea sicurezza, consente una mappatura e una tracciabilità. Se ne parla, non solo per spostamenti tra regioni di colori diversi e anche per gestire l'accesso ad eventi pubblici, tra cui quelli sportivi, ma non deve essere un elemento che crea discriminazione".
A ottenere il pass sarebbero, secondo l'ipotesi in studio, "i cittadini vaccinati, chi ha contratto il Covid nei sei mesi antecedenti o un tampone negativo effettuato nelle 48 ore prima. Mi pare che questi tre elementi creino una parità tra tutti i cittadini e non una disparità". In un primo momento, precisa Costa, "l'ipotesi è quella di un pass cartaceo, poi con il tempo penso si può arrivare ad una tessera sanitaria dove vengono inseriti tutti gli elementi. È un percorso all'inizio, sarà condiviso con le regioni e credo che possa essere una buona soluzione".
L'iniziativa del pass vaccinale è un'ipotesi sul tavolo anche per gli spostamenti nei paesi membri, ricorda Costa, perché "in questa fase con una pandemia ancora in corso c'è bisogno di mettere in atto uno strumento che garantisca gli spostamenti in sicurezza e la mappatura. Il nostro Governo - ha concluso - si è espresso favorevolmente. Adesso si tratta di lavorare insieme agli altri stati, per condividere delle regole".
No dell’Oms al passaporto per i viaggi internazionali
Il Comitato per l'emergenza dell'Oms si dice contrario al passaporto vaccinale come condizione per i viaggi internazionali anche, ma non solo, perché una regola del genere renderebbe più profonde le diseguaglianze. Nel comunicato che riassume le indicazioni emerse dalla riunione del 15 aprile, ma che è stato diffuso solo oggi, il Comitato afferma che "non va richiesto il certificato di vaccinazione come condizione di entrata (in un Paese, ndr) data la limitata (seppur crescente) evidenza dell'efficacia del vaccino nel ridurre la trasmissione e la persistente iniquità nella distribuzione globale del vaccino".