Vini

Ottimo bilancio per la Cantina Lavis Valle di Cembra

L’azienda si mostra solida e con un clima positivo e di collaborazione. Il presidente Patton, anche Senatore, ha dichiarato di impegnarsi per far sì che tutto giri al meglio


Carlo Bridi


LAVIS. La Cantina Lavis, con il bilancio approvato dall’ultima assemblea di bilancio dei soci, ha confermato ancora una volta la sua solidità dal punto di vista patrimoniale, cosa questa che permette agli amministratori di affrontare nuovi investimenti particolarmente sul fronte delle innovazioni per il risparmio energetico in tutta tranquillità. Possiamo affermare, precisa il presidente il Sen. Pietro Patton, che ormai sono lontani i tempi nei quali gli amministratori faticavano persino a dare una giusta remunerazione alle uve conferite dai soci, con il fuggi–fuggi di diversi di loro.

Il clima molto positivo lo si è registrato anche nell’incontro avvenuto presso la Cantina di Cembra, Cantina di Montagna, con le maestranze. Si sono presentati tutti ricorda con soddisfazione il presidente, che vede in questo un ritrovato clima di serenità anche con il personale cosa questa molto importante per la gestione della cantina pur in presenza degli enormi costi di gestione: materie prime ed energia, che per la società di Lavis-Cembra hanno significato aumenti di costi di parecchi milioni. Su presente e sul futuro della Cantina abbiamo poste alcune domande al presidente Patton confermato lo scorso anno, nell’incarico nonostante l’oneroso incarico a Roma di Senatore della Repubblica.

Presidente come valuta il bilancio dell’ultimo esercizio che ha superato i 28 milioni, un milione in più che nel presidente esercizio con più di 11 liquidati ai soci?

Certamente positivo visto che le liquidazioni ai soci sono aumentate di oltre il 10% passando da 10 a 11 milioni, questo, nonostante il forte aumento dei costi delle materie prime e dell’energia elettrica e del gas.

Quale il rapporto con CAVIT nella quale siete rientrati?

Lavoriamo in piena sinergia e con reciproca soddisfazione.

Una forte preoccupazione in passato era legata al forte indebitamento dell’azienda. Qual è la situazione oggi?

Sottolineiamo con soddisfazione il fatto che abbiamo ulteriormente aumentato di 800 mila euro il patrimonio netto che è ora di 14 milioni.

Come pensate di far fronte a questo consistente aumento dei costi energetici? Abbiamo avviato una serie di azioni di “efficientamento” con il cambio della centralina di Cembra che non va più a gas ma ad elettrico, collegandoci direttamente alla rete, abbiamo introdotto su tutte le fonti di consumo energetico una serie di comportamenti virtuosi per consumare meno energia elettrica e meno gas. Diverso il discorso per le materie prime imballaggi, bottiglie ecc. per i quali siamo soggetti all’andamento del mercato.

La vendemmia 2023 si è conclusa con soddisfazione, come valuta la situazione e le prospettive?

I soci hanno prodotto quest’anno 78 mila quintali di uva contro gli 84.800 quintali di uva dello scorso anno e gli 80 mila di due anni orsono. In compenso la qualità è ottima. Nonostante le previsioni negative anche quest’anno siamo riusciti a fare un buon bilancio, pur in presenza di un mercato che per i vini fermi è stato ed è ancora sofferente particolarmente sull’export particolarmente negli Sati Uniti ed in Canada.

Ottima la domanda del Trentodoc Oro Rocco e del 612 Trentodoc che viene però venduto solamente nelle due enoteche di Lavis e di Cembra.

Il tema della sostenibilità economica, sociale ed ambientale ha visto da molti anni la Cantina Lavis Valle di Cembra Cantina di montagna in prima linea, quali le prospettive?

Pur in un quadro di forte preoccupazione per l’esplosione della flavescenza dorata, che è ormai presente ovunque, cerchiamo di farvi fonte con un forte lavoro di formazione dei soci da parte dei nostri tecnici agricoli Corrado Aldrighetti e Mattia Brugnara supportati dal Consorzio Vini del Trentino.

Con il suo ruolo di Senatore della Repubblica sarà più defilato in Cantina? Assolutamente no, se all’inizio richiedeva una presenza operativa quotidiana in azienda ora sono cresciute ottime managerialità: direttore tecnico, amministrativo, una responsabile dei conti, di conseguenza il mio ruolo torna ad essere quello di consulenza e supervisione, ma soprattutto di indirizzo strategico. Poi, visto che è il mio ultimo mandato per statuto, devo lavorare a far crescere chi mi potrà sostituire lasciando però un bilancio in ordine. A Roma mi impegnerò perché anche in Italia l’agricoltura sia un settore strategico adeguatamente sostenuto.













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