Sanità

Ospedale di Cles: terzo polo trentino per l’emergenza dopo Trento e Rovereto con 23 mila accessi al pronto soccorso quest’anno

L'assessore Tonina in visita ha incontrato il personale del presidio ospedaliero delle Valli del Noce e del distretto ovest. Presidio di eccellenza, ma ci sono anche criticità



CLES. Continua a ritmi serrati «l’operazione ascolto» del neo assessore alla salute Mario Tonina, che dopo Tione, Cavalese e Borgo Valsugana ha fatto ieri tappa a Cles per incontrare direttori di Unità operativa, coordinatori e il personale dell’ospedale di riferimento delle Valli del Noce e del distretto ovest. L’assessore, accompagnato dal direttore generale di Apss Antonio Ferro, dalla direttrice amministrativa Sara Girardi e dal direttore medico dell’ospedale Armando Borghesi ha visitato alcuni reparti del nosocomio dopo un confronto a tutto tondo con il personale.

Al centro del dibattito, le eccellenze e anche le difficoltà di un ospedale come quello di Cles con un ruolo strategico nella rete dei servizi ospedalieri trentini, ma che, al pari di altri presidi territoriali, sconta una costante criticità nel reperimento di personale. Su questo fronte massimo impegno è stato garantito dall’assessore e dai vertici dell’Azienda sanitaria nel mantenere anche a livello territoriale servizi di qualità, rendendo la struttura di riferimento per le Valli di Non e Sole sempre più attrattiva per i professionisti e per i pazienti.

I numeri del 2023 (fino a novembre) parlano di quasi 23mila accessi al pronto soccorso, che fanno dell’ospedale di Cles il terzo presidio per l’emergenza e i traumi dopo Trento e Rovereto. Sono stati oltre 4mila i ricoveri (compresi i day hospital), oltre 2300 gli atti operatori, in particolare per ortopedia e traumi, e oltre 28mila gli accessi in ambulatorio.

Con oltre 400 operatori in organico, 133 posti letto e un bacino di utenti di oltre 90mila residenti, l’ospedale di Cles è un nodo fondamentale della rete ospedaliera trentina. Alle necessità della popolazione residente vanno poi sommate quelle dei turisti: in Valle di Non e soprattutto Val di Sole in inverno si registra il 30-35% delle presenze turistiche di tutto Trentino.

A presentare i dati di attività dell’ospedale, ad evidenziare il pieno recupero dei volumi pre-pandemia, è stato il direttore Borghesi, che ha ripercorso i recenti interventi strutturali che hanno consentito un’importante rimodulazione organizzativa degli spazi e quindi una migliore funzionalità e logistica. La riqualificazione strutturale ha permesso di creare una sezione di Terapia semi-intensiva nel reparto di medicina e una sezione di Terapia Intensiva Post Operatoria (T.I.P.O.) nell’area chirurgica, che sarà attivata effettivamente tra qualche settimana, consentendo di aumentare la complessità degli interventi chirurgici e ortopedici, di evitare il trasferimento agli ospedali centrali di pazienti fragili e di garantire maggiore sicurezza non solo ai pazienti chirurgici, ma anche a quelli in condizioni critiche degli altri reparti. Sul fronte del pronto soccorso, per migliorarne la funzionalità, sono stati realizzati due nuovi ambulatori ortopedico-traumatologici che saranno operativi a fine dicembre 2023.

Tra i punti qualificanti citati dal direttore dell’ospedale, i risultati sul fronte di Fast-Track, il protocollo applicato agli interventi di protesi all’anca e al ginocchio che consente di ridurre al minimo il ricovero e riprendere velocemente una vita normale e la proficua collaborazione con le chirurgie di Trento, così come anche la dotazione e l’utilizzo di una delle colonne laparoscopiche più avanzate nella disponibilità di Apss. Punti di forza e buone pratiche che fanno di Cles uno snodo importante della rete ospedaliera trentina, ma che non devono far dimenticare alcune problematiche oggettive, emerse anche dal dibattito con i direttori medici e gli operatori. Temi «caldi» rimangono sempre la carenza di personale, la capacità di trattenere i professionisti e la difficoltà di attrarne di nuovi, criticità che si sentono soprattutto in alcuni settori (anestesia, emergenza-urgenza, pediatria e ginecologia). Strategica risulta anche la capacità di essere attrattivi verso l’esterno, facilitando anche il reperimento degli alloggi. Dal dibattito è emersa anche la necessità di valorizzare il personale interno mettendo a punto strategie per migliorare l’attaccamento al proprio lavoro e all’azienda.

Da parte dell’assessore Tonina sono state spese parole di ringraziamento per tutto il personale: «Vi sono grato innanzitutto per la professionalità e la dedizione che mettete nel garantire cure di qualità ai cittadini che vi affidano ogni giorno la loro salute: ognuno di voi svolge un ruolo cruciale nel mantenere elevati standard di assistenza sanitaria».

«L’ospedale Valli del Noce è una struttura integrata nel modello di ospedale diffuso – ha dichiarato Ferro – e ha un ruolo strategico nella rete dei servizi ospedalieri, coniugando prossimità di cura e specializzazione. Dobbiamo quindi continuare a mantenere i livelli di qualità raggiunti cercando di rendere la struttura ancora più attrattiva. La situazione del personale per alcune aree è critica – ha proseguito – ma stiamo continuando a lavorare, attraverso procedure concorsuali e attività di promozione a vari livelli, anche nelle scuole – per continuare a garantire servizi di qualità e avere professionisti altamente qualificati. La sinergia della rete ospedaliera è strategica per la mobilità del personale e anche per consentire agli specializzandi della Scuola di medicina di fare esperienze negli ambiti di eccellenza che offrono gli ospedali territoriali. La Scuola di medicina – ha concluso Ferro – è un’ “Università territoriale”, perché ricerca e formazione non si fanno solo a Trento, ma in tutti gli ospedali del Trentino».













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