Ora, da 10 anni Paolo ha vinto la battaglia contro la leucemia
Ha iniziato a lottare a 8 mesi e ha continuato fino a 3 anni. La mamma: «Grazie a chi ha donato il cordone ombelicale»
ORA. Paolo Carpino ha 13 anni ed il 18 gennaio ha festeggiato con gli amici i 10 anni del suo secondo compleanno, ovvero la data del trapianto. Pur essendo un po’ più fragile fisicamente di un suo coetaneo per gli effetti della radioterapia può dire di aver sconfitto la leucemia e guardare avanti con un gran sorriso. Sua mamma, Katia Bonazzo, non perde occasione per ringraziare chi ha salvato la vita a suo figlio. Come prevede la legge non conosce l’identità del donatore ma ci tiene a fargli sapere di sentirsi in debito con lui. «Anche perché c’è chi, come Alessio, – un bimbo che abbiamo conosciuto a Padova durante le cure – non ce l’ha fatta. E noi tutti lo portiamo ancora nel cuore».
Paolo frequenta la scuola media e, forse anche per il suo vissuto, sta bene e si sente al sicuro «soprattutto a casa». Non gli piacciono i cambiamenti, adora l’Uomo ragno e ha iniziato a leggere con passione le avventure del suo eroe. «Mio figlio – confessa Katia – non riesce ancora a dare un valore preciso al trapianto. Io festeggerei questa ricorrenza in uno stadio gremito con tutta la sua classe, lui – che è un orsetto - preferisce farlo con gli amici più stretti a casa. Ed è giusto così: è la sua festa».
A scuola ha un insegnante di sostegno per matematica e logica, ma è ben inserito. Si sente a suo agio. «Ha l’ipofisi danneggiata a causa delle cure, deve fare controlli regolari per cuore e tiroide, ma è un bimbo sano e può guardare avanti con fiducia. Per spiegare alla gente quanto è fragile, a volte, lo chiamo affettuosamente il mio Swarovski». Oggi, però, è il giorno in cui Katia si sente soprattutto di dire grazie. «Dieci anni fa siamo entrati nell'ospedale di Padova per prepararti ad affrontare il trapianto di midollo. Eri piccolo, hai iniziato a 8 mesi e hai continuato fino ai 3 anni a fare terapie dolorose. Volevo dire grazie alla famiglia che ha deciso di donare il sangue del cordone ombelicale al momento del parto. Quel cordone era compatibile con te, grazie a questo e alla tua tenacia sei qui con me. Hai vinto tu contro la leucemia piccolo grande Paolo».
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