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Notte di follia a Bolzano, un barista finito all'ospedale. Identificati otto giovani

Un gruppo di ventenni con bastoni e cocci ha aggredito i giovani davanti ai locali: per loro probabile il Daspo urbano. «Lanciavano sedie e bottiglie». La questura passa al vaglio le immagini delle telecamere



BOLZANO. Nella notte tra sabato e domenica, un gruppo di giovanissimi ha seminato il panico in piazza Erbe a Bolzano, al grido di «Siamo intoccabili», tra minacce di morte e frasi irripetibili. Lanciando bottiglie, bicchieri, sedie, tavolini, un bidone, tutto quel che i ragazzi – otto quelli identificati finora dalla questura – trovavano sulla loro strada.

Un barista è stato ricoverato all’ospedale. Altri due lavoratori e tre frequentatori della piazza sono stati colpiti da pugni sul volto, addirittura calci, in mezzo a decine di bolzanini pietrificati dal terrore.

La prima ricostruzione

È l’una di notte. I locali di piazza Erbe stanno chiudendo: c’è chi spazza il plateatico, chi comincia a raccogliere i resti della serata, chi si avvia verso casa dopo una serata in compagnia.

Ma nella zona superiore della piazza sta per succedere qualcosa di tremendo. All’improvviso, all’altezza dell’incrocio con via Museo compare un ragazzo che corre verso il Nadamas. Ha una ferita al volto, sanguina. È inseguito da un gruppo di giovani di circa vent’anni.

Sono cinque, sei, otto, dieci, nessuno ricorda bene il numero effettivo. Chi se li trova di fronte descriverà uno stato di alterazione, forse da stupefacenti, e un atteggiamento aggressivo, violento, sprezzante delle norme. L’inseguito riesce a dileguarsi. I giovanissimi protagonisti dell’episodio stanno litigando tra di loro. Nel frattempo, da uno dei locali affacciati sulla piazza un uomo grida: «Ragazzi, che fate?», e qui comincia il raid.

Il raid nella piazza

I ragazzi iniziano a spintonarsi. Un buttafuori prova a separarli, ma è inutile, e scatta la rissa. I ragazzi si avventano sulle sedie e sui tavolini dei bar, li scagliano contro altre persone, afferrano bottiglie e bicchieri da lanciare contro chiunque si trovi nelle immediate vicinanze. A un certo punto si fermano. Sembra che la situazione si sia acquietata, invece poi tornano alla carica, muniti di altre bottiglie da lanciare. Al 112 arrivano più e più chiamate.

Due baristi e un cuoco del Nadamas usciti dal locale vengono colpiti con pugni alla testa. Il cuoco riceve un pugno sul naso, una dei due baristi un pugno sul cranio. Una ragazza si avvicina alla barista per aiutarla, ma qualcuno le scaglia contro un bidone. Va pure peggio all’altro barista, che resta ferito da una bottigliata al capo. La furia del gruppo si abbatte anche su tre avventori, presi a pugni e a calci.

L’arrivo dei soccorsi

La scena dura venti, forse trenta minuti, a seconda delle testimonianze. Chi si trova in zona è atterrito, chi viene preso di mira prova a difendersi da sé. Da uno dei locali raccontano di aver visto un gran marasma: «Volavano sedie e tavoli. Noi stavamo chiudendo. Abbiamo fatto entrare un nostro collaboratore che si trovava all’esterno del locale per le pulizie e abbiamo lasciato la porta aperta per chi volesse trovare riparo all’interno».

Sopraggiunge l’ambulanza. I soccorritori caricano a bordo il barista ferito da una bottiglia e lo trasportano al San Maurizio per il ricovero.

L’identificazione

Arriva la volante della polizia, ma i responsabili si sono già dati alla fuga. Gli agenti cominciano a raccogliere le testimonianze e i video delle telecamere di sorveglianza. Identificano otto persone residenti a Bolzano, «per lo più di nazionalità albanese, alcuni con precedenti», così la questura. Potrebbero essere destinatari di un provvedimento di allontanamento dal territorio comunale, il Daspo urbano.

Sta alla polizia adesso identificare tutte le persone coinvolte e stabilire eventuali profili di responsabilità, ricostruendo la vicenda dall’inizio. Cioè da prima dell’inseguimento del ragazzo dal volto sanguinante descritto da più testimoni.

Mentre gli agenti della questura procedono con gli accertamenti, tra i gestori dei locali i commenti non possono essere più amari: «Altro che rissa. Sembrava una vera e propria spedizione. Al di là delle contusioni e delle ferite, l’impatto psicologico su di noi e sui nostri clienti è gravissimo», riferisce uno di loro.

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