«Vi racconto la dieta dell’orso» 

San Romedio, il custode e vivandiere Fausto Iob: anche in letargo, Bruno va nutrito ogni due giorni


di Giacomo Eccher


SAN ROMEDIO. Anche per quest’anno sarà il custode forestale Fausto Iob il vivandiere (e custode) dell’orso Bruno nel recinto di San Romedio. Il Comune di Predaia, di cui Iob è dipendente, inizio 2018 gli ha rinnovato per l’anno in corso l’autorizzazione a svolgere, per conto della Comunità della Val di Non, l’incarico retribuito per il controllo, monitoraggio e somministrazione di alimenti all’orso bruno. In base al protocollo sottoscritto cinque anni fa dalla Diocesi di Trento (proprietaria del Santuario di San Romedio e quindi anche del recinto dell’orso), la Provincia, i Comuni di Predaia (all’epoca era Coredo), Romeno e Sanzeno e la Comunità della Valle di Non, tocca a quest’ultima provvedere alla cura del plantigrado in collaborazione con i citati tre Comuni che si suddividono in parti uguali i costi per i pasti. L’incarico affidato a Iob - spiega la delibera di Predaia su richiesta avanzata dalla Comunità di valle - dovrà essere svolto fuori dell’orario di lavoro e con esclusione di utilizzo di strutture e mezzi dell’ente, come previsto dalla normativa vigente in materia.

Iob, che abita a Cunevo, da quasi 25 anni, opera come custode forestale sull’altipiano della Predaia in un territorio che spazia da Coredo, Tavon, Sanzeno, Casez e Banco. Una vita di lavoro nella natura abbinata ad una grande abilità di scultore di tronchi di larice, piante - precisa Iob - che in ogni caso andrebbero tagliate. Tra le sue sculture anche molti orsi, un particolare che lega Iob all’orso ospitato a San Romedio, oltre 3,5 quintali di peso di cui è appunto il custode. Una passione anche questa e un impegno quasi quotidiano, anche in inverno. «San Romedio è infatti un posto molto freddo e l’orso è sì in letargo fino a marzo, ma per la bassa temperatura che c’è nella tana deve essere alimentato almeno ogni due giorni. Altrimenti non supererebbe l’inverno. In natura infatti l’orso si procura tane molto piccole e le chiude, per questo riesce a sopravvivere per mesi senza alimentarsi».

L'orso Bruno, arrivato nell'eremo direttamente dall'Abruzzo l'11 marzo 2013, ogni giorno da quattro anni è affidato alla cura di Iob: «Mi riconosce già dai passi sul parcheggio, e anche se è un animale con una forza incredibile e quindi pericoloso, accanto a lui mi sento tranquillo perché mi so comportare con rispetto», afferma Iob.

La dieta dell'orso, animale originariamente carnivoro e poi diventato onnivoro per evoluzione, è ricca di frutta e verdura, con salsicciotti di carne due o tre volte la settimana e molte mele (4 cassette la settimana, da marzo a novembre, e una durante il letargo fornite gratis da Melinda). Ogni due settimane per due giorni dieta a base di il pesce, teste di salmone fornite, anch’esse gratis, dalla Pescheria Goio di Cles, per tenere l'orso in forma. L’animale è naturalmente un gran camminatore e per cercare di riprodurre in qualche modo la vita in natura i pasti vengono nascosti in vari posti del recinto, così se li cerca annusando. «Per me è un impegno non da poco, lo faccio per la grande passione che ho per la natura e per l’amicizia con il priore padre Giorgio», afferma Iob. L’impegno come detto dura un anno ma non sono rose e fiori, ci sarebbero molte cose da cambiare e da migliorare: «Lo ho segnalato più volte ma c’è un rimpallo di competenze e le cose non cambiano. Anche se San Romedio, come è stato relazionato dal priore nel corso della recente sagra del 15 gennaio con l’arcivescovo, è una meta sempre più frequentata da turisti e valligiani».

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