Trasporto urbano a Cles l’esperimento è bocciato 

La decisione. L’amministrazione sospende il servizio avviato in giugno che con tre linee collegava le zone periferiche al centro: ne hanno usufruito solo 590 utenti, troppo pochi


Fabrizio Brida


Cles. Sono 590 gli utenti che fino a ieri hanno usufruito del trasporto urbano a Cles: troppo pochi. Così l’amministrazione comunale, chiusa con febbraio la fase sperimentale attivata il 23 giugno scorso, ha deciso di sospendere il servizio, in attesa di trovare una soluzione alternativa per i cittadini che ne hanno apprezzato l’utilità. Attivo tutti i giorni feriali di martedì, giovedì, sabato e il primo lunedì del mese, in concomitanza con il mercato cittadino, il servizio, istituito in collaborazione con Trentino Trasporti, era suddiviso in tre linee (blu, rosa, gialla) e collegava le zone periferiche con il centro del paese. Un euro il costo del biglietto giornaliero, ma erano validi anche gli abbonamenti extraurbani e di libera circolazione.

L’intento, oltre a offrire una nuova forma di mobilità utile ai clesiani e a chi, provenendo da fuori, si avvale dei molti servizi sparsi sul territorio del capoluogo noneso, era quello di arrivare a una riduzione progressiva del traffico veicolare, migliorando la vivibilità urbana di chi ha l’esigenza di muoversi a Cles, anche e soprattutto a piedi. In quest’ottica si inseriscono anche il molto apprezzato Pedibus per gli scolari e le azioni volte alla pedonalizzazione del centro storico. «I numeri effettivamente non ci consentono la prosecuzione, almeno nelle modalità in cui è stato svolto in questi 8 mesi, di un servizio che nelle aspettative si credeva sarebbe stato utilizzato di più dai clesiani – spiega l’assessore Massimiliano Girardi –. Non ci diamo comunque per vinti, ora penseremo a una soluzione diversa, più mirata, intercettando quell’utenza che ne ha bisogno magari una sola volta in settimana».

Il servizio, infatti, è stato apprezzato da chi abita più lontano, come a Mechel, Caltron, Maiano, per dirigersi verso il centro del paese. «Il lavoro che abbiamo fatto non andrà buttato – prosegue Girardi – anche perché si tratta di un servizio efficace e puntuale, con dei tragitti studiati. Purtroppo è mancata l’esigenza da parte dei cittadini di muoversi utilizzando questa tipologia di trasporto, un po’ per l’abitudine dei clesiani a spostarsi con l’automobile, un po’ perché, effettivamente, in un quarto d’ora a piedi si attraversa il paese».

Istituire il servizio in maniera permanente sarebbe costato circa 40 mila euro all’anno (20 mila coperti dal contributo provinciale, 20 mila da parte del Comune). Costi difficilmente sostenibili considerata l’utenza. «La fase di sperimentazione è stata sufficiente per farci capire che non è il momento adatto per inserire questo tipo di servizio – dice ancora l’assessore –. Probabilmente fino a quando sarà possibile arrivare in macchina fin sotto al negozio, i cittadini non saranno incentivati a raggiungerlo in altro modo. L’amministrazione pensava di ottenere comunque qualche riscontro in più. «Ora vedremo di andare incontro alle esigenze di chi ha effettivamente usufruito di questa possibilità – conclude l’assessore – pensando magari a una modalità più duttile e versatile».

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