Targa in memoria di monsignor Bortolameotti e Adele Turrini

Cloz. In onore di monsignor Guido Bortolameotti e Adele Turrini, che durante la guerra nascosero per 600 giorni un ingegnere ebreo in canonica e furono insigniti della Medaglia del Giusto, che ha...



Cloz. In onore di monsignor Guido Bortolameotti e Adele Turrini, che durante la guerra nascosero per 600 giorni un ingegnere ebreo in canonica e furono insigniti della Medaglia del Giusto, che ha come motto “Chi salva una vita salva il mondo intero”, è stata scoperta una targa per la loro testimonianza. Prima della messa padre Placido Pircali ha ricordato: «Essi rappresentano un motivo di gratitudine per il loro operato, di raccordo con una realtà difficile e triste e ci esortano a non dimenticare i morti in situazione ingiuste, come sono le guerre. Ricordiamo monsignor Guido Bortolameotti e salviamo lo spazio e lo spirito di accoglienza che Dio ha portato nel mondo. Questa è una giornata carica di ricordi per Cloz». Al termine della messa sono stati ricordati l’operato e la figura di monsignor Guido Bortolameotti e della sua fedele perpetua Adele Turrini.

Maria Floretta ha spiegato l’idea di porre una targa in ricordo di questo gesto di amore e coraggio: «Dopo la giornata della “Memoria della Shoah” ricordata a Cloz con una serata organizzata dalla Comunità di valle, si è pensato di fare una targa di pietra da lasciare ai posteri, per sintetizzare in poche parole un grande episodio».

L’ingegner Augusto Rovighi, di origine ebrea, rimase nascosto nella vecchia canonica di Cloz dal settembre 1943 a maggio 1945, nel periodo in cui il Nord Italia era sotto il dominio della Germania che aveva imposto lo sterminio degli ebrei. Per loro è stato piantato un albero sul Monte delle Rimembranze in Israele, dove ancora vanno a rendere il loro omaggio i pellegrini che si recano in Terra Santa. C.A.F.













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