«Sulle mie fotografie la luce della mente di chi le guarda»
CAVARENO. L’ingrediente essenziale della fotografia, si sa, è la luce. E proprio sul gioco di luce è strutturata la mostra di Diego Marini, fotografo di Fondo. Il titolo? “La mia luce”, non poteva...
CAVARENO. L’ingrediente essenziale della fotografia, si sa, è la luce. E proprio sul gioco di luce è strutturata la mostra di Diego Marini, fotografo di Fondo. Il titolo? “La mia luce”, non poteva essere altrimenti. Un allestimento particolare, sicuramente il primo costruito in questa maniera in Trentino: all’interno della sala civica, in piazza a Cavareno, è stata realizzata una struttura nera completamente isolata dalla luce esterna. È quindi totalmente buia e sulla parete verranno posizionate, all’interno di appositi fori, le stampe realizzate su vetro che saranno retroilluminate.
L’intento è di far parlare le immagini, la luce oltrepasserà le stampe creando un effetto unico e molto suggestivo, riportando quindi al tema cruciale della mostra, che sarà visitabile da venerdì al 26 agosto, dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 22. L’inaugurazione si terrà venerdì alle 19, in concomitanza con l’evento “Cavareno Live” organizzato dalla Pro Loco in piazza insieme al panificio bar. «Con queste mie nuove foto inedite voglio esaltare una volta di più il ruolo dell’osservatore e fruitore quale vero e proprio portatore di “significato”, completamento circolare dell’opera – spiega Diego Marini –. La luce naturale si intreccia con la luce della nostra mente, solo grazie a questa combinazione riusciamo a vedere, percepire e provare emozioni». La luce naturale infatti illumina e si posa sugli oggetti, sul paesaggio che ci circonda, ci mostra la loro forma, la grandezza della natura, ma soltanto i nostri occhi sono in grado di aggiungere le emozioni. «Un tramonto o un’alba sono gli stessi da sempre – continua il fotografo di Fondo – il sole li illumina nello stesso modo da milioni di anni, eppure a volte appaiono tristi, a volte felici, a volte malinconici, a volte romantici… perché è la luce della nostra mente a illuminarli, siamo noi stessi a dare il significato. Lo sguardo di ognuno di noi è unico e la visione del mondo dipende dai nostri occhi».
Le opere esposte ritraggono tutte una modella immersa nella natura in stile fiabesco. La luce, quindi, oltre a essere una parte fisica fondamentale della struttura, sarà anche presente in ogni singola fotografia, diffusa ad esempio da una lanterna. E poi, la modella di ogni scatto è la moglie di Marini. Anche qui ritorna il tema della luce: lo sguardo del fotografo illuminato dall’amore. (f.b.)