Sparsi sul monte Peller  un’ottantina di edifici 

Il censimento. Iniziato dieci anni fa, è stato portato a compimento dall’amministrazione Mucchi Presto in consiglio il “Piano baite” per la regolamentazione urbanistica di queste costruzioni  


Giacomo Eccher


Cles. Avviato con un primo incarico di censimento nel lontano 2009 ad un tecnico di Malé, entro il mese approderà in consiglio comunale per la prima adozione il “Piano per la Conservazione del Patrimonio Edilizio Tradizionale Montano” (in sigla PREM). Altrimenti detto “Piano Baite”, il piano punta a regolamentare dal punto di vista urbanistico le costruzioni che a vario titolo e di varia epoca pullulano sulla montagna di Cles. Si tratta di un intervento di normazione urbanistica tecnicamente complesso e con varie implicazioni giuridiche e di paesaggio che, dopo una prima ricognizione sul terreno una decina di anni fa, era rimasto nei cassetti del municipio. Fino al 2016, quando l’attuale amministrazione comunale guidata dal sindaco Ruggero Mucchi ha deciso di prendere in mano il dossier e portarlo a compimento.

Il nuovo incarico

Di qui il nuovo incarico affidato stavolta agli architetti roveretani Michele Gamberoni e Andrea Miniucchi con il compito di verificare ed aggiornare, anche in un confronto con la Forestale e il coinvolgimento dei custodi forestali della gestione associata tra i Comuni di Cles e Ville d'Anaunia, il censimento già fatto in precedenza e realizzare un possibile piano di recupero compatibile con la volontà di rispettare la realtà storica tradizionale della montagna.

«Parliamo di un’ottantina di edifici tra completi e degradati, con diversa tipologia di costruzione e grado di conservazione tra baite vere e proprie, semplici apiari, case in muratura, ripari con perimetro in muratura a secco parzialmente incassati nell’andamento naturale del terreno con coperture spesso andata perduta...» - ha spiegato il vicesindaco ed assessore all’urbanistica, alle foreste e alla montagna Diego Fondriest, intervenendo in consiglio.

Schedati

In contatto continuo con il Servizio forestale della Provincia, sono stati schedati tutti gli edifici: dalle baite alle malghe, passando per i manufatti in cattivo stato di conservazione. La proposta di regolamentazione individua due sole tipologie di baite: la tipologia “A” (baite per la fienagione) e la tipologia “B” (baita per fienagione in muratura). In riferimento alla tipologia “A“ sono stati individuati: 1) 4 edifici soggetti a risanamento in quanto veri “reperti” di storia dell’agricoltura locale, sopravvissuti sia al naturale decadimento e degrado, sia al bosco, che per alcuni nel tempo si è riappropriato dell’originario ambito destinato a pascolo. 2) 12 manufatti soggetti a “Ricostruzione tipologica” (sei sono di proprietà comunale); 3) 19 edifici soggetti a ristrutturazione edilizia più altri 6 sempre a ristrutturazione edilizia ma con diverse tipologie. Del tipo “B” censiti due soli edifici in zona Malga Clesera, entrambi di proprietà comunali, per i quali è ammessa una manutenzione ordinaria e straordinaria.

In discussione

I restanti 40 edifici sono manufatti in area a pascolo e di questi una trentina sono in discussione per la verifica della data di costruzione. Dalla schedatura sono stati esclusi: 1) gli edifici non abusivi realizzati in epoca recente non riconducibili alla tipologia tradizionale come “Baita della fienagione” per i quali è in fase di studio la specifica regolamentazione degli interventi possibili. 2) gli edifici che ricadono in area agricola; 3) gli apiari); 4) gli edifici all'interno del perimetro del Parco Naturale disciplinati dal Piano del Parco; 5) gli edifici abusivi demoliti o per quali è stata ordinata la demolizione.













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