Si è conclusa la lunga vita di Edwige Bortolameolli 

La nonna di Cles si è spenta come una candela all’alba dell’anno nuovo Tra 24 giorni avrebbe compiuto i 109 anni. Oggi alle 14 il funerale in parrocchiale


di Giacomo Eccher


CLES. Tra 24 giorni avrebbe compiuto i 109 anni, ma Edwige Bortolameolli, la nonna di Cles, non ce l’ha fatta a festeggiare aspettando l’ennesimo compleanno e si è spenta alle prime luci del nuovo anno. «Una morte serena, si è spenta come una candela che ha finito la cera, chiudendo gli occhi. Credo che si possa davvero definire una bella morte» - racconta Ezio Giuliani, il genero che con la figlia di Edwige, Loretta, ha sempre voluto tenere in casa, assieme a loro, la carissima nonna.

Edwige era nata il 24 gennaio 1909 a Castello di Pellizzano, in val di Sole. Dopo il matrimonio con Elio Martinelli, si era spostata a Cles dove ha trascorso tutta la sua lunga esistenza. Una vita laboriosa fin da giovane e sempre dedicata alla fatica (aiutava il marito "masador" nel lavoro nei campi) e alla famiglia. Ha messo al mondo e ha cresciuto cinque figli: Modesto, scomparso prematuramente, Giacomina, Maria, Margherita e Loretta, la più giovane che l’ha sempre tenuta con se nella casa di via Ruatti, nella borgata nonesa.

Ogni anno, il 24 gennaio, per figlie e nipoti dell’Edwige era una grande festa e fino a due anni fa anche l’anziana signora non mancava mai di brindare tagliando la torta e raccontando la sua ultrasecolare storia. Era anche di buon appetito non disdegnando il pasto che aveva imparato ad apprezzare fin da bambina, la polenta con i crauti.

Un’esistenza, quella di Edwige, che è transitata lungo tutto il secolo breve, perché quando è nata in Trentino c’era l’Impero Austroungarico e lei, bambina, era vissuta con la fame e i rigori della Grande Guerra nel paesino di alta montagna, sopra Pellizzano, non lontano dal fronte. Poi, passata la guerra, era arrivato il matrimonio e il trasferimento a Cles per una vita ancora di fatica nei campi con il marito ma con una famiglia felice, anche se segnata dalla perdita del figlio maggiore, famiglia che l’ha saputa coccolare fino alla fine.

«Non aveva nessuna particolare malattia e nemmeno sintomi, l’unico segnale che qualcosa non andava più come in passato era l’appetito, non mangiava più come prima e si era come fermata. Ma per il resto la giornata era la solita, tranquilla e serena. Ma la prima alba del nuovo anno non l’ha voluta vedere, chiudendo gli occhi» - racconta ancora il genero.

La notizia della scomparsa della nonna di Cles si è sparsa subito per la borgata e oggi, alle 14, al suo funerale nella chiesa parrocchiale, saranno in molti a salutarla per l’ultima volta.

Con Edwige infatti se ne va una pagine di storia di Cles e della valle, una testimone diretta, probabilmente l’ultima, della complessa vicenda storica del Trentino avendo conosciuto prima l’Impero d’Austria Ungheria, poi il Regno d’Italia, il Ventennio fascista e infine i 70 anni della Repubblica Italiana.

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