Rurale Valle di Non, fusione di valori 

Presentato il protocollo d’intesa. La nuova banca gestirà 1,2 miliardi, avrà più di 10 mila soci, 145 dipendenti e 28 sportelli


di Giacomo Eccher


CLES. Né “colosso” né “super”, solo un’opportunità che fa crescere la valle con nuovi servizi mantenendo fisso il legame con il territorio. Questa la missione della Cassa Rurale val di Non nata dalla fusione delle ex Rurali Tuenno Val di Non, Anaunia, Bassa Anaunia e Tassullo e Nanno. «Una fusione di valori più che di necessità» - come ha sintetizzato per motivare la scelta il più giovane dei quattro presidenti, Antonio Pilati (Cr Tassullo e Nanno) che ieri con i colleghi Silvio Mucchi (Tuenno Val di Non), Ivo Zucal (Anaunia) e Cesare Cattani (Bassa Anaunia) ha presentato il protocollo sottoscritto alcuni giorni fa.

La realtà che nascerà operativamente con il 1° luglio 2018, dopo le assemblee di convalida, è una banca cooperativa di tutto rispetto con 2,1 miliardi di masse amministrate (di cui 800.000 euro di impieghi e 1,3 miliardi di raccolta), un patrimonio di 155 milioni con uno staff di 145 dipendenti, 28 sportelli ed una base sociale di oltre 10.000 soci (10.644, per l’esattezza). Un traguardo che arriva da lontano – ha spiegato Mucchi – con un percorso iniziato più di tre anni fa «quando non c’era ancora la riforma del credito cooperativo ma solo il desiderio di voler essere competitivi tutti insieme in un mercato sempre più evoluto e complesso in una valle che con la cooperazione è cresciuta nel corso di questi decenni sapendosi sempre distinguere per scelte coraggiose e lungimiranti.

Concetto ripreso da Zucal (CR Anaunia) che ha dato l’avvio della trattativa ancora più a ritroso. «Sono presidente da sei anni e i primi approcci per una realtà unica c'erano già allora» - ha detto citando due esperienze, come Melinda e Trentingrana, entrambe nate in valle di Non.

Di passaggio stoico ha parlato Cattani (Bassa Anaunia) per il quale peraltro il vero lavoro e la sfida incomincia oggi. «Questa fusione è frutto di un scelta libera, nessuna delle quattro Rurali era nella necessità di dovere cedere per forza sovranità, ma si è scelto di condividere un’opportunità ed uno stimolo per l'economia nonesa». «È un momento di grande emozione, questo è un traguardo costruito insieme e nel quale ogni Cassa ha avuto un ruolo strategico. Messi assieme essi moltiplicano la capacità di dare servizi di qualità».

La Cr Val di Non è dunque una realtà importante che va ad inserirsi al quarto posto tra le Casse Rurali trentine secondo la classifica delle masse amministrate. Parola quindi ai tre direttori (assente Giuliana Cova delle Cr d'Anaunia, designata vicedirettrice generale) con Massimo Pinamonti, futuro direttore generale, che ha ringraziato i colleghi per questo traguardo. E che con lui comporranno il tavolo tecnico che preparerà la fusione vera e propria che avverrà per incorporazione nella Cassa Rurale Tuenno Val di Non.













Scuola & Ricerca

In primo piano