fondo e ossana 

Rigos e Panizza ai Mondiali 

Da domani sulle piste di sci si confronteranno con altri trapiantati 



FONDO. Conto alla rovescia per Erminio Rigos, noto barista di Fondo, e il solandro (di Vermiglio) Marco Panizza, insegnante (e già direttore) della scuola Alberghiera di Ossana, che da domani al 12 gennaio parteciperanno ai Mondiali Invernali per Trapiantati ad Anzere (Svizzera). «Non si tratta di certo delle Olimpiadi invernali di Pyeongchang, nella Corea del Sud, tuttavia siamo di fronte ad un evento unico, soprattutto per il messaggio che porta in sé» - commentano i due sportivi che dopo l’esperienza del trapianto d’organo (rene) hanno scoperto di condividere una profonda passione per lo sport anche agonistico.

Correva il 2 settembre 2009 quando Marco Panizza, trapiantato il giorno precedente, ha sentito parlare per la prima volta di un campione del mondo di sci appena trapiantato nella stanza a fianco nella corsia dell’Ospedale di Verona. Inutile dire che l’atleta “trapiantato” era Erminio Rigos, già allora campione mondiale come dializzato nello sci e nel ciclismo. Da quel giorno Rigos e Panizza hanno trascorso tanti momenti insieme e per questo da quel settembre 2009 amano chiamarsi “fratelli”. Ma chi lo avrebbe mai detto che sarebbero stati i portacolori della Nazionale Italiana trapiantati ai Mondiali di sci? Entrambi fanno parte della società sportiva Transplant Sport Club Alto Adige.

Erminio Rigos in particolare dovrà difendere le tre medaglie d’oro ed una di argento nello sci alpino dell’ultima edizione (slalom, gigante, supergigante e parallelo) e si presenta alla gara iridata in Svizzera come l'uomo da battere.

Marco – alla sua prima esperienza mondiale – si cimenterà invece nelle discipline dello sci di fondo (5 chilometri e percorso di 1 ora) e nella corsa con le “ciaspole”, dove ha ottenuto varie medaglie nel 2016 e 2017 ai campionati internazionali d’Austria.

Oltre ad essere uniti dall’amicizia e dalla sport, i due atleti trentini vogliono dimostrare a se stessi e agli altri che "il trapianto è vita" e ringraziare tutti per il grande dono ricevuto. «Infatti è fondamentale far capire quanto sia importante fare una scelta consapevole a favore della donazione di organi e tessuti. Non si sa mai nella vita perché il bisogno di trovare un donatore compatibile può capitare a ciascuno» - affermano i due atleti. Per questo motivo il loro primo obiettivo è praticare più attivamente lo sport e promuovere in più forme la donazione degli organi. Dal Trentino un grande “in bocca al lupo” ai “fratelli” della neve e del trapianto. (g.e.)















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