Ponte tibetano e piscina a Revò: «È ancora no»
Romeno. «Banali cavilli burocratici? Non direi, visto che il Tar ci ha dato ragione». A dirlo è il sindaco di Romeno, Luca Fattor, che si è sentito tirare in causa nell’intervista che il presidente...
Romeno. «Banali cavilli burocratici? Non direi, visto che il Tar ci ha dato ragione». A dirlo è il sindaco di Romeno, Luca Fattor, che si è sentito tirare in causa nell’intervista che il presidente della Comunità di valle, Silvano Dominici, ha rilasciato giovedì al Trentino. Romeno, lo ricordiamo, è uno dei quattro comuni che avevano fatto ricorso contro il Fondo strategico di valle assieme a Ronzone, Cavareno e Ruffré Mendola, e Fattor ne rivendica non solo la legittimità ma anche la sostanza ed il merito. «Abbiamo solamente difeso l’interesse dei nostri censiti che sarebbero stati defraudati di somme che in base al numero dei residenti ci spettavano. Sono soldi che non potevano essere dirottati su altri territori, a loro piacimento!».
La vicenda è nota e riguarda in particolare la mancata condivisione, da parte dei quattro comuni citati, del finanziamento del ponte tibetano tra Fondo e Castelfondo che era stato inserito nel Fondo strategico come opera territoriale per tutta l’Alta valle di Non, mentre i 4 comuni puntavano su altre opere come il golf a 27 buche a Sarnonico o lo sviluppo del Monte Roen e della Mandola. «Al presidente Dominici l’avevamo detto in numerose occasioni, ma senza riuscire a scalfire le sue sicurezze, che, come ha poi dimostrato il Tar, in realtà erano fasulle. L’autonomia dei Comuni deve valere anche quando certe scelte non si condividono» - ribadisce Fattor, che giovedì ha ribadito contrarietà alla delibera con cui la Conferenza dei sindaci della Valle di Non ha cercato di superare le parti del provvedimento di approvazione del Fondo strategico che erano state cassate dal Tar.
La contrarietà di Fattor al provvedimento, oltre al ponte tibetano (che nel piano strategico può contare su un finanziamento di 2.238.560 euro), è focalizzata anche contro quella che ritiene un’altra anomalia, il progetto acquaticità per famiglie (ex piscina di Revò) con una spesa prevista di 1.675.223,51). «Ricordo che una piscina di valle oggi c’è ed è quella di Ronzone. Se se ne fa un’altra benissimo ma dovrà essere solo a Cles dove si sono le scuole, l’ospedale ed è il capoluogo. A Revò ha già fallito l’esperienza della piscina, inutile replicarla».
Una presa di posizione chiara e più esplicita – afferma Fattor – rispetto ai giri di parole che altri colleghi, anche quello di Cles, stanno recitando da anni attorno al tema piscina evitando di guardare le cose in faccia e chiudere definitivamente la partita dell’acquaticità a Revò levandola dal Fondo strategico per concentrare le risorse dove servono davvero e sono utili. G.E.