Mobbing in municipio caso De Vecchi in appello 

L’ex ingegnere del Comune di Cles non desiste e chiede un altro giudizio anche sul demansionamento per il quale in primo grado aveva ottenuto 35 mila euro



CLES. Arriva in Corte d’Appello a Trento la vicenda dell’ex dipendente comunale ingegner Alberto De Vecchi, che ha proposto ricorso in merito alla sentenza del Giudice del lavoro di Trento che ha respinto la richiesta di condanna del Comune per mobbing e riconosciuto un parziale demansionamento del ricorrente. Demansionamento che – preso atto del ricorso in appello dell’ex dipendente - l’amministrazione comunale è intenzionata a non riconoscere ed ha pertanto deciso di resistere alla pretesa ritenendo di avere fondate ragioni per farlo.

Data la delicatezza e complessità della querelle, ad assistere il Comune, che pure ha un proprio ufficio legale, nella vertenza sarà anche in questo passaggio davanti alla Corte d’Appello l’avvocato Attilio Carta con studio a Pergine, con una spesa preventivata nell’ordine di 9.469 euro oltre ad accessori (rimborso 12,5%, spese generali, C.n.p.a. 4% ed Iva 22%).

La vicenda risale ad alcuni anni fa e si inserisce nella vertenza avviata dall’ex dipendente (ora in organico a Malé, presso la Comunità di Valle) che si era rivolto al giudice lamentando una “dequalificazione” e accusando l’amministrazione clesiana di “mobbing” per il periodo di lavoro compreso tra novembre 2008 e dicembre 2013, e chiedendo per questo la condanna del Comune di Cles al pagamento di complessivi 587.721 euro.

Dalla denuncia di mobbing il Comune è stato prosciolto dal Tribunale di Trento, che ha invece accolto in parte il ricorso proposto dall’ex dipendente relativamente alla “dequalificazione”. Respinte invece le richieste di risarcimento per “mobbing”, per “danno da immagine sociale” e per “danno morale” non ravvisando il Tribunale «alcun atteggiamento vessatorio da parte dell’amministrazione comunale». In base alla sentenza per il danno patrimoniale da dequalificazione professionale il Comune di Cles era tenuto a pagare la somma di 34.622,39 euro (pari al 30% dell’ammontare della retribuzione mensile di 1860,09 euro per complessivi 62 mesi), esclusi i periodi di assenza per ferie, malattia o altro, compresa la rivalutazione Istat, e 5,382,83 euro per spese legali, compensate tra le parti al 50%. Da notare che solo per l’asserita dequalificazione la richiesta avanzata dall’ex dipendente è stata molto più alta (187 mila euro), cifra che nella sentenza, come detto, si è ridotta a poco meno di 35 mila.

«Davanti al ricorso dell’ex dipendente non potevamo che resistere a pretese che già il Tribunale in primo grado aveva accolto molto parzialmente. E già che ci siamo vedremo di riconsiderare tutta la vicenda per arrivarne a capo in modo definitivo, con il riconoscimento della piena correttezza tenuta dall’amministrazione comunale in questa vicenda» - commenta il sindaco Ruggero Mucchi, che cerca l’assoluzione piena del Comune anche per il “presunto” (fino a giudizio finale) demansionamento dell’ex funzionario. Il Comune di Cles infatti non aveva mai “digerito” l’accusa di mobbing avanzata dall’ingegner De Vecchi, accusa da cui peraltro l’amministrazione è già stata ampiamente prosciolta dal Tribunale.













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