La Robur è risorta dalle ceneri 

Riecco i biancoverdi. Dopo 5 anni, un gruppo di amici e calciatori ha rifondato la squadra di Sporminore, che gioca in Seconda Categoria. L’iniziativa è stata di Angelo Formolo, che è voluto tornare sul campo dedicato al padre Mario


Fabrizio Brida


Sporminore. Come un’araba fenice, la Robur è rinata dalle sue ceneri. Una rinascita dal basso, da un gruppo di amici, prima che calciatori, che ha voluto tornare a essere squadra. Dopo cinque anni di stop, l’Us Robur è tornata a calpestare i campi provinciali di Seconda Categoria grazie alla forza di volontà di alcuni giocatori, che si sono “auto cercati”, auto organizzati e ora si stanno autogestendo, e dalla capacità della società di capire e accogliere la loro proposta di ricostituire una squadra, tutta composta da ragazzi della bassa Val di Non.

Un’idea del capitano

L’idea è nata da Angelo Formolo, capitano dei biancoverdi, che dopo una carriera trascorsa in giro per il Trentino indossando le casacche di Rotaliana, Garibaldina, Spormaggiore e Verla, ha deciso di tornare a casa, nella sua Sporminore, per giocare sul campo voluto dal papà Mario Formolo, scomparso nel 1991, quando da vicesindaco seguiva i lavori di costruzione del centro sportivo. Per questo la struttura porta il suo nome.

«Abbiamo voluto fortemente questo ritorno e grazie alla società e al Comune, che ci hanno da subito appoggiati, siamo riusciti a costruire un gruppo formato da ragazzi che hanno tanta voglia di fare – spiega Formolo –. Non solo sul campo ma anche al di fuori, visto che ci gestiamo in autonomia anche per quanto riguarda il bar e gli aspetti pratici: dalla pulizia degli spogliatoi e delle divise, per cui dobbiamo ringraziare Cinzia Benigni ed Elisa Dissegna, moglie di mio fratello Ermanno, al tiraggio delle righe di cui si è occupato Michele Rossetto, fino ad arrivare al nostro tuttofare Jody Franzoi».

La società della Robur ha accolto con piacere la proposta giunta dai giocatori. «Siamo stati contenti della loro iniziativa – racconta la presidente Veronica Nardelli – e abbiamo fatto quello che potevamo per sostenerla. Per un piccolo paese come il nostro poter contare su una squadra di calcio e su tante attività sportive è un motivo d’orgoglio».

Sugli obiettivi per la stagione appena iniziata Formolo è ermetico, anche se le prime partite, in particolar modo la vittoria nel derby contro il blasonato Predaia, hanno già dato indicazioni importanti sul valore della rosa della Robur. «Il nostro obiettivo è quello di vivere questa stagione in armonia, suscitando interesse nel paese di Sporminore e in quelli limitrofi e valorizzando le strutture che ci vengono messe a disposizione – rivela il capitano classe ‘82, che al braccio porta la fascia con l’immagine di un’araba fenice, simbolo della rinascita della squadra –. Per quanto riguarda i risultati un’idea ce l’ho, ma per ora non voglio sbilanciarmi. Lasciamo parlare il campo».

La prima partita

Domenica scorsa durante il match contro il Predaia si è respirato tutto l’entusiasmo che avvolge la compagine di Sporminore. Nell’aria c’era davvero qualcosa di magico e gli oltre 200 tifosi presenti si sono lasciati trascinare in questo vortice di emozioni, accompagnati dai cori dei ragazzini che hanno spinto la squadra al successo.

Si è detto felice di questa rinascita il sindaco di Sporminore Giovanni Formolo, anche lui ex calciatore della Robur: «Quest’avventura è partita con il giusto entusiasmo e con risultati importanti – osserva il sindaco –. La Robur ha sempre promosso lo sport come aggregazione senza ossessione dei risultati. Gli investimenti vengono fatti sulle strutture, per offrire la possibilità di fare sport, e sulle basi per la creazione di un gruppo affiatato».

Il sogno, poi, sarà quello di creare un domani almeno una squadra del settore giovanile. Chissà che con entusiasmo, umiltà e sacrificio non si riesca a raggiungere anche questo traguardo.













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