In viale Certosa a Genova l’albero di Natale dei pompieri
RUFFRÉ MENDOLA. Una levataccia ma ne valeva la pena. Questo il commento dei dieci vigili del fuoco volontari di Ruffré Mendola che il giorno dell'Immacolata, con una trasferta lampo hanno piantato...
RUFFRÉ MENDOLA. Una levataccia ma ne valeva la pena. Questo il commento dei dieci vigili del fuoco volontari di Ruffré Mendola che il giorno dell'Immacolata, con una trasferta lampo hanno piantato un albero di Natale nel quartiere Certosa, uno dei rioni di Genova attraversato dall’ex viadotto Morandi e coinvolto nel crollo.
I pompieri, con la guida del comandante Ernesto Seppi, sono partiti alle 4 del mattino dalla caserma del paese di Masi per raggiungere già alle prima luci del mattino il capoluogo ligure portandosi appresso, con un rimorchio apposito, il loro dono natalizio alla città. «Un'idea nata spontaneamente all'interno del nostro Corpo, perché uno dei volontari in organico ha la fidanzata di Genova e che abita proprio nel quartiere Certosa vicino al ponte Morandi» - spiega il comandante, che è stato ben felice di guidare i suoi pompieri in questa missione lampo ma dal grande significato perché testimonia l'attenzione per la tragedia che ha colpito la città a ridosso dello scorso Ferragosto, e che la gente di Ruffré non dimentica.
Seppi, oltre al grazie a tutti quelli che hanno partecipato direttamente o indirettamente alla missione, ringrazia in particolare l'amministrazione comunale ed in particolare il sindaco Donato Seppi per aver messo disposizione l'albero e fornito il supporto per organizzare il viaggio in terra ligure.
Nella foto, scattata sabato in mattinata, sono immortalati i vigili del fuoco di Ruffré davanti all'abete che hanno addobbato con i doni portati dalla Valle di Non. Un gesto di squisita amicizia e di vicinanza alla città così pesantemente ferita dal crollo del ponte dell'autostrada e che, oltre a piangere le vittime ed i danni enormi allo storico quartiere accanto al torrente Polcevera, deve convivere a lungo con l’emergenza causata dai contraccolpi del crollo sulla viabilità e quindi sulla quotidianità della vita dei residenti molti dei quali costretti ad abbandonare le loro case, per sempre. (g.e.)