In Val di Non strada inadeguata per i mezzi pesanti, scatta l’appello: «Serve una nuova circonvallazione»
Gli abitanti della parte alta della valle chiedono opere strutturali per risolvere il problema: la soluzione non possono essere i piccoli interventi, si pensa a una raccolta firme
CAVARENO. Da una parte si vorrebbe un'economia di montagna florida e differenziata. Dall’altra però sarebbero necessarie infrastrutture quasi sempre mancanti, ma indispensabili per sostenere chi decide di investire in quota piuttosto che nel fondovalle. E’ quello che succede in Alta Val di Non dove è bastato lo sviluppo di tre grosse aziende locali che richiedono il trasporto di materie prime e prodotti finiti su mezzi pesanti, passando per centri abitati di Romeno, Cavareno e Sarnonico che sono del tutto inadatti al transito, per mettere in crisi la viabilità. Non solo, ma i residenti fanno notare anche come il tratto stradale tra Dermulo e Fondo, oltre ad essere datato e progettato per mezzi dalle dimensioni decisamente diverse rispetto alle attuali, rappresenti un’altra criticità stradale dell’Alta Val di Non. La soluzione non può essere quella di piccoli interventi, di qualche allargamento laddove è possibile, quello che serve è un percorso alternativo, una sorta di circonvallazione che colleghi Dambel a Fondo.
«Un tracciato, ovviamente da adattare e completare esisterebbe già – osserva Mauro Larcher che insieme ad altri residenti ha sollevato la questione – ed una parte sarebbe del tutto nuova. Si partirebbe dal Museo Retico e passando all'esterno degli abitati di Dambel e Sarnonico , si arriverebbe a Fondo. Sarebbe un investimento significativo, ma indispensabile se si vuole potenziare e preservare sia l'aspetto turistico dell’Alta Val di Non che quello produttivo».
La questione è aperta e di certo molte le parti coinvolte, ma un dibattito approfondito si può fare. E’ anche vero che da anni si parla del progetto della circonvallazione di Cles, ma ancora non si è fatto nulla e tutto il traffico della valle e quello diretto in Val di Sole, passa ancora dal centro abitato. In prospettiva potrebbe esserci anche un rischio occupazionale perché se le fabbriche dovessero avere sempre maggiori difficoltà per lo spostamento merci, potrebbero decidere anche per il trasferimento.
Qualcuno osserva come la ricchezza rappresentata dalla coltivazione delle mele, potrebbe diventare un filone in esaurimento ed a maggior ragione, sarebbero da salvaguardare le attività economiche alternative. C’è chi ricorda come in passato fosse funzionante la ferrovia Dermulo – Mendola poi dismessa che oggi poteva rappresentare una valida alternativa al trasporto merci su gomma. E c’è anche chi vuole promuovere una raccolta firme da presentare in Provincia per creare interesse sulla questione della viabilità dell'Alta Val di Non che è un problema sottovalutato. D.P.