Il gelo imbianca i frutteti nonesi
Preoccupazione tra i coltivatori. Nella notte tra lunedì e ieri la temperatura è scesa in media di 3-4 gradi sotto lo zero. A Tres è arrivata a meno 7. A Mollaro e Denno è scattato il sistema antibrina su decine di ettari. Il presidente di Codipra: «Situazione varia, presto per fare valutazioni»
Val di non. Non bastava il flagello del coronavirus, anche il gelo ci si mette a creare preoccupazione nella campagna della Valle di Non dove il risveglio delle piante, anche se la fioritura vera e propria è ancora relativamente lontana, è già iniziato da giorni.
Nella notte tra lunedì e ieri il termometro è sceso abbondantemente sotto lo zero (-3/4 gradi) e nella zona di Mollaro è scattato il sistema antibrina per oltre 40 ettari di meleti nell’ampio riordino fondiario a valle dell’abitato. Imbiancata anche la campagna nel pianoro a ridosso della Coba, il consorzio Melinda di Denno, con uno spettacolare manto bianco, quasi da nevicata tardiva, che ha coperto tutta la piana.
C’è preoccupazione dunque, ma è ancora presto per tirare o azzardare conclusioni o stime. «Questa mattina (ieri, ndr) ho il cellulare “bollente” ma non credo sia il momento di fare valutazioni anche perché la situazione è molto varia e cambia in modo sostanziale da zona a zona» - risponde il presidente di Codipra, Giorgio Gaiardelli, che in questi giorni, come tutti, è confinato nella sua abitazione di Tres. «Qui la notte scorsa il termometro è sceso a meno 7 sotto lo zero, ma le piante sono ancora “indietro”, diversamente ad esempio di quello che succede in Val d’Adige o anche nella stessa Bassa valle di Non dove la fioritura sta iniziando» - spiega.
Quello che è certo è che questa sono giornate delicate per il processo che si sviluppa nelle piante da frutto dopo il riposo invernale e bisogna dunque considerare lo stato “fenologico”. Una progressione delicata che muta se si è nella fase di apertura delle gemme o dei massetti affiorenti o della vera e propria fioritura che quest’anno, a detta dei tecnici, è in anticipo di almeno una settima rispetto alla norma a causa dell’inverno anomalo che abbiamo alle spalle.
«C'è da chiarire anche un altro aspetto: una sola notte sotto zero difficilmente provoca danni seri, che invece ci possono essere se la situazione si ripete per più notti: ecco, questo è il vero pericolo ma sempre in relazione allo stato fenologico che, come detto, varia da zona a zona» - spiega ancora Gaiardelli.
Il presidente Codipra ha anche un sguardo rivolto ai ciliegi, una coltivazione che a Tres, e nelle media alta valle, ha una qualche rilevanza (anche se non ovviamente paragonabile alle coltivazioni melicole che sono assolutamente prevalenti) e la cui fioritura è più precoce rispetto alle mele. «I ciliegi sono più avanti nella fioritura, ma per esperienza personale so che è difficile fare stime anche in questo caso, perché il comportamento di questa pianta nella fase primaverile è diverso rispetto a quello dei meli. Io piuttosto vedo un rischio per gli albicocchi».
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