Il campanile sta per compiere 65 anni
RONZONE. «T’ergi nell’ampia valle, alto e sereno, novello campanile di Ronzone. Per quanto tempo mai la tua canzone ci canterai prima di venir meno? Testimonio fedel nei dì venturi del fatal divenir...
RONZONE. «T’ergi nell’ampia valle, alto e sereno, novello campanile di Ronzone. Per quanto tempo mai la tua canzone ci canterai prima di venir meno? Testimonio fedel nei dì venturi del fatal divenir di nostra gente, che tu possa vedere solamente tranquilli eventi e tempi più sicuri». Così si esprimeva sessantacinque anni fa il “Ronzonensis” nell’apertura della lode scritta in onore del nuovo campanile di Ronzone. La sua costruzione, che al tempo della consacrazione della nuova chiesa in data 27 maggio 1951 sembrava un sogno assai lontano, in breve volgere di tempo è diventata realtà per l’opera intelligente e indefessa dell’allora parroco don Enrico Callovini. «Il sacerdote, così come aveva fatto in precedenza, seppe risolvere il problema finanziario (merita ricordare il concorso determinante di interventi da parte del Comune e della Regione) e bruciare le tappe per portare a termine l’opera da accostare a completamento della chiesa parrocchiale destinata a sostituire quella di Sant’Antonio rivelatasi assai incapace a far fronte alla nuove esigenze», ricorda in proposito Carlo Recla, a lungo attento cronista delle vicende di Ronzone oltre che appassionato organizzatore sportivo e cultore della microstoria del suo paese e dell’Alta valle di Non. Anche il progetto del campanile, come quello della chiesa, è dovuto all’ingegner Efrem Ferrari (Trento 1910-1997) a cui si devono in valle di Non anche le chiese parrocchiali di Coredo (1943/48) e Dermulo (1952/54) e di San Bernardo in Val di Rabbi. I lavori di muratura del campanile di Ronzone sono stati effettuati dalla ditta fratelli Endrizzi di Cavareno. L’inaugurazione è avvenuta 65 anni fa, il 13 dicembre giorno di Santa Lucia del 1953. (g.e.)