I cacciatori sono in rivolta «Blocco del tesseramento»
Le doppiette della Valle di Non, circa 700 distribuite in 38 riserve, contestano al presidente provinciale Carlo Pezzato la mancanza di dialogo e di risposte
VAL DI NON. Cacciatori nonesi in rivolta ed il presidente provinciale Carlo Pezzato finisce nuovamente nel mirino delle doppiette che minacciano di bloccare il tesseramento per l’anno in corso. Tutto questo fino a quando Pezzato non si deciderà a rispondere alla lettera che i rettori delle 38 riserve venatorie della valle, quasi all’unanimità, hanno sottoscritto e spedito alla Federazione della caccia ai primi dello scorso mese di dicembre, e che finora nonostante vari solleciti non ha avuto nessun cenno di replica. «Per questo, preso atto che a nulla è valso il tentativo di richiesta di incontro e di riscontro sottoscritto dalla quasi totalità dei rettori, e che in quasi tre mesi non c’è stato nessun cenno di replica del presidente con una missiva e neppure con una semplice e-mail, i rettori rifiutano di proseguire e di portare avanti il tesseramento 2018 dei proprio soci verso l’ACT (Associazione Cacciatori Trentini). Tutto questo proprio a tutela delle riserve e dei soci stessi fin tanto che il presidente Pezzato e la Giunta non si degneranno di rispondere!»
Per le doppiette nonese (ma a quanto pare una analoga situazione di disagio ci sarebbe anche in altre vallate...) non è ammissibile che il presidente provinciale neghi il dialogo e le risposte alla periferia e se ne infischi delle richieste di rettori che rappresentano quasi tutta la valle.
La protesta in concreto fa riferimento alla pianificazione con il territorio che esisterebbe solo sulla carta senza nessun riscontro né tantomeno un confronto della presidenza e della Giunta dell’ACT con la realtà valligiana. «Infatti non è tollerabile che la periferia non venga minimamente ascoltata e che le scelte siano fatte senza sentire i rettori e gli organi decentrati della Federazione e quindi degli stessi soci. Questo purtroppo è ciò che sta succedendo» - scrivono i cacciatori nonesi. «Abbiamo la sensazione, ma visti i fatti è una certezza, che rettori e soci servano solamente per fare la parte lavorativa ed economica per l’Associazione con le tessere». Una cosa non da poco perché le tessere bloccate – allo stato dei fatti – sono circa 700 contando i 280 soci delle riserve della sinistra Anaunia, i 220 della parte destra della valle e i circa 200 dell’Alta valle.
I rettori ricordano il ruolo che le riserve venatorie svolgono sul territorio non solo per la raccolta quote ma per la gestione, i contatti con le amministrazioni locali e la tenuta delle pratiche per il funzionamento corretto della caccia. Per questo non è tollerabile - affermano - che quando avanzano una richiesta come risposta ci sia un assoluto silenzio mentre i problemi rimangono insoluti.
«Noi operiamo nei nostri ambiti di competenza sempre in silenzio, sempre sottovoce ed in punta di piedi nel rispetto delle regole e delle direttive e con disponibilità e spirito di puro volontariato. Per tutto questo pensiamo di meritare di essere ascoltati e di conoscere e quindi condividere le scelte che ci riguardano e non che tutto i venga calato dall’alto, come purtroppo sta succedendo oggi. Non chiediamo altro» - concludono i rettori.
Adesso, toccata sul vivo (delle tessere) la Federazione forse dovrà dare qualche risposta anche se il clima a quanto sembra non è dei più sereni.