«I cacciatori cercano scuse per abbattere anche i lupi» 

Il delegato della Lipu Sergio Merz smentisce alcune affermazioni del sindaco di Castelfondo. «Non è vero che i membri di branchi aumentano a dismisura»



CASTELFONDO. Dopo aver letto sul Trentino di giovedì l’articolo in cui il sindaco di Castelfondo Oscar Piazzi, in seguito al ritrovamento di una carcassa di capriolo sbranato, chiede un controllo più stringente sul numero dei lupi presenti nella zona, il delegato della Lipu del Trentino Alto Adige Sergio Merz non ha resistito alla tentazione di rispondere e smentire il primo cittadini del paese nonese.

«Purtroppo si continua a diffondere false notizie e creare allarmismi non giustificati» attacca in una nota arrivata al giornale. E prosegue: «Non basta il partito delle paure, la Lega, a soffiare sul fuoco, ora ci si mettono anche i sindaci, in particolare quello di Castelfondo. Il primo cittadino, guarda caso cacciatore, come parte della sua giunta, diffonde preoccupazione in quanto i lupi predano ai margini del bosco caprioli e altri ungulati dove passano, come sempre viene sottolinenato in questi casi, i bambini, gli stessi bambini che non vanno mai in giro quando si pratica l'attività venatoria... A parte l'ironia, il diffondere notizie false è passibile di denuncia per procurato allarme, infatti nelle dichiarazioni del sindaco riportate dal giornale si afferma che anche il lupo per una parte è stato reintrodotto, cosa assolutamente falsa in quanto è dimostrato scientificamente che il lupo è arrivato da solo».

«Altra affermazione che genera preoccupazione - aggiunge Sergio Merz - è quella della crescita incontrollata della specie, quando più volte è stato accertato e dimostrato dai ricercatori che il lupo si costituisce in branchi a numero limitato per ogni territorio (in Trentino i branchi variano da tre a otto elementi), quindi non è vero che da due diventano quattro, poi dieci poi venti e avanti di questo passo. I giovani, infatti, vanno in dispersione alla ricerca di nuovi territori».

«Gli allevatori - afferma il delegato Lipu - si lamentano quando il lupo preda le specie domestiche, che sono spesso incontrollate, ora che preda quelle selvatiche la stessa lamentela arriva dai cacciatori, palesando anche un pericolo per la specie umana, per poi avere la scusa ad eventuali abbattimenti. Non dimentichiamo che in Trentino vengono ammazzati per la caccia circa 12.000 ungulati ogni anno, e spesso questi abbattimenti vengono giustificati nei confronti dell'opinione pubblica come necessari, in quanto per la mancanza di predatori caprioli, cervi, camosci aumenterebbero in modo sconsiderato. Ora che alcuni predatori sono arrivati ecco che si vogliono abbattere».















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