Ginecologa scomparsa in val di Non, consiglieri all'attacco: “Fare chiarezza sull’ipotizzato caso di mobbing”
Sul caso di Sara Pedri interventi dei consiglieri Lucia Coppola e Filippo Degasperi: “Squarciare il muro di omertà” (nella foto l’ospedale di Cles)
TRENTO. La puntata di “Chi l’ha visto?” dedicata al caso di Sara Pedri, la ginecologa 31 enne originaria di Forlì, che lavorava in Ginecologia all'ospedale di Cles, scomparsa dallo scorso 4 marzo, sta suscitando reazioni anche a livello politico dopo le parole della sorella Emanuela, secondo cui la dottoressa sarebbe stata “svilita e umiliata” sul luogo di lavoro, quando aveva prestato servizio al Santa Chiara di Trento.
Lucia Coppola parla di una scomparsa che pone inquietanti interrogativi sui quali è necessario fare luce”. La consigliera provinciale del Gruppo Misto/Europa Verde chiede in un’interrogazione, “considerate le dichiarazioni dei familiari sullo stato di forte stress lavorativo della dottoressa, causato da un ipotizzato mobbing, e allusioni rilasciate in forma anonima da lavoratori del reparto che acclarerebbero tale situazione”, se siano state “avviate delle indagini interne per verificare le condizioni lavorative all’interno del reparto di ginecologia di Trento”, “se corrisponde al vero che negli anni altri ginecologi hanno lasciato il reparto di ginecologia presso l’ospedale Santa Chiara di Trento e precisamente quanti negli ultimi 5 anni”, e “se corrisponde al vero che sono stati avviati dei contenziosi a carico del dirigente del reparto di ginecologia”.
Per Filippo Degasperi, di Onda Civica, “Chi l’ha visto?” “squarcia il muro di omertà”. “Da più di due anni la situazione dell'U.O. di ginecologia è nota agli addetti ai lavori e a chi dovrebbe governare la Sanità trentina. L'interrogazione che denunciava la fuga dei professionisti e chiedeva spiegazioni sulle condizioni del reparto è datata 22 gennaio 2019. E' chiaro che la responsabilità va oggi condivisa tra quel Centrosinistra che ha permesso il radicamento di comportamenti come quelli segnalati dall'interrogazione e il Centrodestra dell'assessore Segnana che in oltre due anni non ha trovato il tempo di occuparsene. Purtroppo, dopo Report (che ha raccontato ai trentini come stavano le cosi circa la "gestione" Covid) è di nuovo una trasmissione nazionale a squarciare il muro di omertà e coperture che da sempre avvolge la Sanità trentina”.
Peccato perché, almeno in questo caso, si sarebbe potuti intervenire per tempo.