«Fusione Pellizzano-Ossana: tanta fretta, zero progetti»
Pellizzano. Domenica prossima i cittadini di Pellizzano e di Ossana potranno esprimersi sulla fusione dei due comuni. Sì o no alla nascita di Castel San Michele dal primo gennaio 2021? Tra i contrari...
Pellizzano. Domenica prossima i cittadini di Pellizzano e di Ossana potranno esprimersi sulla fusione dei due comuni. Sì o no alla nascita di Castel San Michele dal primo gennaio 2021?
Tra i contrari c’è l’ex sindaco di Pellizzano, Silvano Gallina. Le sue ragioni le spiega nel lungo intervento che pubblichiamo di seguito.
«I proponenti la fusione dei Comuni di Pellizzano ed Ossana nel nuovo Comune Castel San Michele hanno motivato questa idea con la possibilità di trovare soluzioni più efficaci per l’attuazione di strategie di sviluppo economico e sociale, nel settore del turismo sostenibile. Di dare una nuova organizzazione ai servizi comunali dove la forza lavoro sarà maggiore e quindi qualificare il servizio. Diventare più grandi per assumere maggior peso politico nei confronti della Provincia. Produrre economie di gestione. Produrre socializzazione e liberare nuove risorse umane. Motivazioni ribadite negli incontri con la popolazione e che potrebbero essere fotocopiate e andare bene per ogni Comune che intende fare questo passo, ma che inserite nella presente campagna informativa ai cittadini mette in evidenza la superficialità di queste frasi scontate, vuote di concretezza e contraddittorie. Che un progetto di fusione nasca al termine di una legislatura solleva qualche perplessità, molti dubbi e subito una domanda: perché non sono partiti quattro anni fa visto che il problema era in discussione da prima di questa legislatura?
Ora c’è fretta e siamo chiamati a chiudere l’esperienza centenaria delle nostre comunità su presunti benefici. È evidente la fretta con cui gli amministratori vogliono arrivare alla fusione anche se è risaputo che la fretta non porta mai niente di buono perché nella fretta si dimenticano troppe cose, volutamente o meno, che poi col tempo si trasformano in problemi per i cittadini. Sempre la fretta ha anche fatto sì che i due consigli comunali abbiano deciso il nome del nuovo Comune senza sentire l’esigenza di fare diverse proposte e sottoporlo a voto popolare.
La campagna referendaria finanziata con soldi pubblici è a senso unico e va a mettere in sola evidenza le motivazioni addotte dalle amministrazioni. Coloro che vogliono andare sul sito www.comunecastelsanmichle.tn.it troveranno le interviste fatte ai sindaci e ai cittadini sostenitori del sì. Il depliance informativo è sfacciatamente di parte ridicolizzando tra l’altro le motivazioni del no. Stessa storia nelle serate informative dove i relatori sono schierati per il sì e non è stato ritenuto indispensabile invitare persone che per ruolo ed esperienze e preparazione potessero dare informazioni attendibili. Diverse informazioni risultano in parte o completamente sbagliate o superficiali in rapporto alla difficoltà dei problemi collegati. La preoccupazione dei sindaci è di assicurare i cittadini che in pratica non cambierà niente. Ma se non cambia niente perché andiamo a fare la fusione? E come fate a produrre economicità, efficienza ed efficacia se non cambia niente. È evidente che la verità è diversa e mi permetto di dire anche logica. Nel breve periodo, se si vuole costruire una nuova comunità ed eliminare i campanilismi, molte saranno le cose che dovranno cambiare.
Altro fatto rilevante è che manca di un progetto economico concreto e realizzabile che faccia capire che tipo di scelte economiche farà il nuovo Comune nei prossimi dieci anni. Ci mettiamo assieme per fare concretamente che cosa? Per andare dove? Non mi sembra un buon motivo dire che la Provincia ci darà un corposo contributo nei prossimi dieci anni. Per questo contributo cancelliamo due comunità? Manca di un progetto sociale. I proponenti sono consapevoli che se la maggioranza dei cittadini dovesse essere favorevole comunque imporrebbe a tutti i rimanenti cittadini, anche se fossero la maggioranza, di subire questo cambiamento. Quali sono i progetti per dare forma ad una nuova comunità? Altra motivazione per questa fusione è che si andrà a creare maggiore socializzazione tra le due comunità. Ottimo proposito, ma mi permetto ricordare che Pellizzano in 70 anni non è riuscito a creare una vera comunità con le sue frazioni.
Non condivido il principio che diventare un comune più grande conterà di più nei confronti della politica provinciale. Un sindaco è importante per la sua personalità, per la sua capacità di relazionare con i politici di turno, per come rappresenta gli interessi della sua comunità. Il numero degli abitanti non è di sicuro determinante. Ciò che comunque sconcerta è sentire entrambi i Sindaci ripetere in continuazione che non cambierà niente, che verranno lasciati alcuni servizi a Pellizzano, che rimarranno due corpi dei vigili del fuoco, le sezioni dei cacciatori divise, che la scuola materna sarà modellata dai genitori, ecc.
Da un lato si parla di razionalizzare i costi, di utilizzare al meglio le risorse, di unire e dall’altra si assicura che le cose rimarranno separate. Io spero che i cittadini di Pellizzano si rendano conto della situazione reale che si troveranno a dover subire. La scuola elementare è persa, il nome è perso, la sede dei servizi comunali saranno persi e con loro seguiranno altre realtà che caratterizzano l’esistenza di una comunità».