Fondo, diecimila degustatori a Cerevisia 

Al festival delle birre artigianali trentine crescono la qualità dei prodotti e la competenza del pubblico



FONDO. Oltre diecimila presenze, circa 21 mila consumazioni e 17 produttori presenti. Questi i numeri significativi (in linea con le scorse edizioni) della quinta edizione di «Cerevisia», il festival delle birre artigianali trentine che si è svolto nel fine settimana al Palanaunia. Ciò che invece continua a crescere è la qualità delle etichette proposte e la competenza di chi le degusta, segnali importanti per il mercato. «La giuria del nostro concorso, sempre più qualificata, – spiega il presidente del comitato organizzatore Daniele Graziadei – ha notato un incremento nella qualità delle birre iscritte nelle diverse categorie, a testimonianza di un processo di continua qualificazione dei prodotti trentini. Lo stesso si può dire per il pubblico che degusta, sempre più competente, sempre più preciso nelle richieste e sempre più abituato a riconoscere le etichette». Il bilancio finale è quindi positivo? «Senza dubbio – prosegue Graziadei – anche perché bisogna considerare che ora esistono altre manifestazioni di questo tipo sul territorio e perché quest'anno abbiamo alzato leggermente il prezzo di ogni singola consumazione (da 1,5 a 2 euro), quindi è normale che chi degusta lo faccia con attenzione». Formula che vince non si cambia dunque? «Beh, non proprio, ogni tanto è giusto introdurre qualche novità. Il prossimo anno aggiungeremo qualche proposta gastronomica in più, accogliendo le tante richieste pervenuteci».

Delle 107 birre presentate, il premio più ambito, riservato al miglior birrificio artigianale trentino, è andato per la prima volta a Rethia, azienda di Vezzano, che ha fatto incetta di riconoscimenti anche nelle graduatorie dedicate alle singole tipologie, imponendosi fra quelle chiare di ispirazione tedesca, ambrate a bassa fermentazione sia a basso che alto grado alcolico, quelle con uso di frutta, con molti altri piazzamenti sul podio. Al secondo posto Barbaforte di Folgaria, che ha vinto nelle categorie riservate alle chiare, alta fermentazione, basso grado alcolico, luppolate e riservata alle chiare, alta fermentazione, basso grado alcolico, con uso di frumento. Terzo il Birrificio Rotaliano, primo fra quelle di ispirazione anglosassone e di ispirazione belga. Si sono guadagnati un primo posto anche BioNoc', vincitore nel gruppo delle birre affinate in legno; la nonesa Km8, prima nella categoria a basso grado alcolico di ispirazione anglosassone e in quella di ispirazione britannica; Leder vincitore fra quelle di ispirazione tedesca; il birrificio Fiemme si è imposto fra quelle salate o lattiche di ispirazione tedesca. Il premio speciale assegnato all'azienda che fa più largo uso di materia prima locale è andato a BioNoc'.

«La giuria ha invitato gli artigiani a impegnarsi di più nella creazione di birre di tipo tedesco, – chiude Graziadei – sfruttando la prossimità del Trentino con questo mondo, ma sono anche le più difficili da produrre e quindi servirà un po' tempo».















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