Dall’Est non arrivano notizie dei raccoglitori di frutta
Romeno. «La preoccupazione lavorando in aperta campagna c’è sempre. Stavolta con la gelata della notte tra lunedì e martedì ce la siamo cavata senza danni, e fortunatamente il freddo nella notte...
Romeno. «La preoccupazione lavorando in aperta campagna c’è sempre. Stavolta con la gelata della notte tra lunedì e martedì ce la siamo cavata senza danni, e fortunatamente il freddo nella notte successiva è stato meno intenso. Ma la primavera è ancora lunga e la fioritura non è ancora sbocciata in pieno. Pertanto dobbiamo aspettare per considerarci fuori pericolo!» A dirlo è Ruggero Gabardi, coltivatore e socio Melinda di Malgolo, uno tra i primi frutticoltori della valle che ha differenziato la sua azienda tra mele (5,5 ha), ciliegie (7.500 mq) e mirtilli (1.000 mq).
L’impianto antibrina la notte scorsa è scattato di nuovo nella piana di Mollaro, dove il termometro si è abbassato oltre la soglia di rischio anche se con un calo meno brusco rispetto alla precedente. Freddo a parte, la preoccupazione maggiore di Gabardi, e non solo, riguarda un altro aspetto, la difficoltà di reperire il personale per la raccolta, quando sarà il tempo. «Con le ciliegie iniziamo solitamente a metà giugno e poi via con i mirtilli e quindi le mele, e non ho notizie dei raccoglitori, soprattutto dall’Est Europa, che solitamente in questo periodo erano già confermati» - spiega.
La pratica è stata inoltra secondo i tempi previsti dalle complicate normative previste per gli stagionale agricoli con tutti gli allegati di rito, ma dalla Serbia finora nessuna risposta. «Non so se dipende da qualche intoppo di burocrazia o se sono lo gli stessi interessati che non vogliono venire in Italia per il coronavirus che ha il nostro paese in questo memento: se la situazione non si sblocca rischia di causare nelle nostre campagne una nuova emergenza, perché non so se averemo a sufficienza personale locale per la raccolta».
Un problema non da poco e che ha già trovato l’interessamento dei sindacati agricoli, in primis la Coldiretti, ma adesso è tutto fermo.
Tornando alla ciliege ed in genere ai piccoli frutti, Gabardi non prevede danno nei suoi impianti anche dove coltiva tre varietà di ciliege, dalle precoci Giant Red alle Kordia e alla Regina, che sono più tardive. «Le più a rischio con questo brusco calo di temperature sono le Giont Red che fioriscono, e si raccolgono, una decina di giorni prima delle altre, ma anche quelle ad un primo esame fatto in campagna non sembrano aver sofferto. Danni, invece, a quanto mi dicono dei colleghi di Sanzeno, ci sono stati in impianti di ciliege a valle dell’abitato dove la stagione è leggermente più avanti rispetto a Malgolo».
Una produzione, quella di ciliege e piccoli frutti, di nicchia per il Consorzio Melinda che attualmente interessa, a livello di valle di Non, 141 soci per le ciliegie e 128 soci per i piccoli frutti con una produzione complessiva conferita al Consorzio che nel 2019 ha registrato 1500 tons di ciliegie, 120 di lamponi, 25 di mirtilli, 15 di more, 7 di ribes e 80 di fragole. Per un fatturato che, nel consuntivo 2018 di Melinda era nell’ordine di complessivi 8,5 milioni di euro. G.E.