Da AstroSamantha all’archeologia alpina
A Cles e Fondo, per la rassegna dedicata a Pia Laviosa Zambotti, due film ed una conferenza
CLES E FONDO. Domani le iniziative nell’ambito della rassegna “Pia Laviosa Zambotti e le altre. Dalla terra allo spazio cercando l’umano” proseguono con due appuntamenti. A Fondo alle 20.30, al teatro parrocchiale, sarà proiettato il film "Astrosamantha. La donna dei record" di Gianluca Cerasola che segue la proiezione di "Nostalgia della luce" di Patricio Guzmàn.
La scelta di proporre questi film prende spunto dalla singolare presenza di articoli di giornale sulla ricerca aerospaziale degli anni Cinquanta trovati nell'archivio di Pia Laviosa Zambotti. Il suo interesse per l'evoluzione della civiltà che allora si prospettava nel futuro è uno stimolo per gettare uno sguardo insolito sulla lettura del passato, sulla funzione della memoria e la sua rimozione.
Il documentario di Cerasola racconta l'impresa di Samantha Cristoforetti, prima donna italiana nello spazio, astronauta dell'Agenzia Spaziale Europea protagonista della seconda missione di lunga durata dell’Agenzia Spaziale Italiana e capitano pilota dell'Aviazione Militare. La Stazione Spaziale Internazionale in un clima di cooperazione internazionale è ormai uno stabile avamposto per la prossima colonizzazione dello spazio da parte dell'umanità.
Sempre domani sera alle 20.30 a Cles, nella Sala Borghesi Bertolla, si terrà l’incontro “Antichi abitanti delle Alpi. Un saggio pionieristico di Pia Laviosa Zambotti” a cura dell’archeologa Rosa Roncador. Nel 1941 Pia Laviosa Zambotti pubblicò il saggio intitolato “Problema culturale e problema etnico nella preistoria Atesina” in cui affrontò la complessa questione dell’interpretazione etnica della cultura archeologica del territorio alpino centro-orientale. La studiosa sottolineava, fin dalle prime righe, come si trattasse “di un problema complesso per chi si accinga ad affrontarlo con serietà cosciente, senza abbandonarsi all’improvvisazione, o alle facili generalizzazioni”. Un esempio della metodologia, della scrupolosità dei suoi studi e della sua visione dell’antichità che emergono anche in questo scritto: idee pionieristiche che hanno contribuito alla definizione delle popolazioni preistoriche e protostoriche, tra cui i Reti della seconda Età del ferro, delle Alpi centro-orientali. (g.e.)