Cinque tuffetti a Ruffré «Una covata mai vista» 

Fauna e ambiente. Secondo il naturalista Sergio Abram, che da tempo monitora la zona dei laghetti ai Masi, «è la nidificazione avvenuta a maggior altitudine nell’intera area alpina»



Ruffre’ mendola. «Una covata di cinque piccoli tuffetti (Tachybaptus ruficollis) a questa altitudine credo non si sia mai vista». A dirlo è il naturalista Sergio Abram che da tempo, quasi ogni giorno, tiene monitorata la fauna, ricchissima a varia, che vive nel laghetti dei Masi di Ruffré, il doppio invaso realizzato dal Comune a valle dell’abitato. Una coppia di tuffetti era stata notata da Abram nella primavera del 2018 nell’invaso più grande ma poi, con lo svuotamento per risolvere alcune infiltrazioni nello sbarramento, la coppia era sparita. Tornata l’acqua nel laghetto probabilmente la stessa coppia è ritornata.

Tre settimane di cova

Verso la metà del mese di maggio, tra le canne palustri, ha costruito un nido e la femmina vi ha deposto cinque uova. Dopo tre settimane di cova da parte di entrambi i genitori, sono nati cinque piccoli dal piumino molto scuro che, da qualche giorno, nuotano nelle acque del lago maggiore, sorvegliati e difesi dai genitori che si avventano su ogni anatra che osa avvinarsi alla prole. «Da quanto mi risulta, è la nidificazione avvenuta a maggiore altitudine nell’intera area alpina. In precedenza, nel mio libro “Fauna delle Alpi – Uccelli’, Nitida Immagine editrice, avevo riportato della nidificazione del Tuffetto fino a circa 800 metri», afferma Abram.

La “carta d’identità”

Il tuffetto, come riporta il naturalista nel citato volume, con il suo peso medio di circa 200-220 grammi e con una lunghezza di circa ventisette centimetri, è il minore tra i rappresentanti della famiglia dei podicipedidi, nell’ordine sistematico dei podicipediformi, cui appartiene anche il più noto svasso maggiore (Podiceps cristatus). Ha abitudini diurne e notturne. Da noi, è sedentario e nidificante nelle aree umide poste a quote altitudinali inferiori, mentre è segnalato come erratico o migratore, se nidifica negli invasi le cui acque si coprono di ghiaccio nei mesi invernali, come avviene nel lago maggiore di Ruffré. L’alimentazione principale è a base d’insetti, ma anche di molluschi, crostacei, larve di anfibi, piccoli pesci, sostanze vegetali e altro. La prole è nidifuga e segue i genitori sull’acqua e sotto, dove i soggetti adulti possono rimanere immersi per oltre mezzo minuto, comparendo anche molto distanti dal punto d’immersione. La presenza del tuffetto si avverte pure in lontananza, soprattutto per i versi, emessi nel periodo riproduttivo, costituiti da sonori e trillati “dititititi…”. Molto più raramente, rispetto alle anatre selvatiche, si alza in volo. Alla partenza dall’acqua, mantiene il corpo eretto e corre sulla superficie con veloci battiti d’ali. Il volo è perlopiù rettilineo, sostenuto da rapidi colpi d’ala.

Tante presenze animali

Attorno all’area dei laghetti ci sono molte altre presenze animali. Attorno al laghetto minore, posto tra il predetto maso e la baita di legno, adibita a centro di ristoro, è stata infatti allestita una piccola spiaggia con la possibilità di prendere il sole, ma con divieto assoluto di portare e di liberare i cani, per ovvi motivi igienici-sanitari ma anche per preservare le nidificazioni. Nell’area del lago maggiore, è stata mantenuta la naturalità ambientale con salici arbustivi e arborei di diverse specie ed erbe acquatiche. G.E.















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