«Casa Sebastiano, un sogno che ora è realtà»
Nel giorno del Santo martire, il Centro per l’autismo di Coredo celebra con orgoglio il proprio progetto
COREDO. Oggi si ricorda San Sebastiano, martire della chiesa cristiana e patrono in Val di Non della piccola Comunità dei Masi di Vigo in bassa valle, dove infatti oggi si farà gran festa con musica, balli e buona cucina per tutti. Sebastiano è però anche il nome del Centro per l’autismo, la modernissima struttura inaugurata a Coredo nell’aprile di due anni fa, con la quale però il Santo martire non c’entra nulla. Il Sebastiano della casa in questione è un bel ragazzino che portava lo stesso nome che con la sua storia, dal finale tragico, ha dato il via ad un progetto che ha dell’incredibile, una storia in cui lacrime e speranza si mescolano.
Sebastiano aveva 11 anni, lo sguardo imbronciato, la vita difficile. Era uno dei tanti ragazzini autistici italiani, oltre 500 mila secondo le ultime stime. “Era” perché Sebastiano amava l’acqua e in un pomeriggio di sole, all’improvviso, il torrente Noce se lo portò via. Era il 2001, Sebastiano voleva solo giocare, ma non sapeva come. «Quel giorno - ricorda l’imprenditore Giovanni Coletti, presidente della Fondazione Trentina per l’Autismo - abbiamo capito che l’autismo era un’emergenza che non poteva restare sepolta nelle case, ignorata dallo Stato». Fu così che un piccolo gruppo di genitori determinati diede vita a una Fondazione con 100 soci e un grande sogno: costruire un centro specialistico per migliorare la vita dei ragazzi come Sebastiano.
Quel sogno oggi si chiama Casa Sebastiano, sorge a Coredo in una zona verde e tranquilla con splendida vista sulle Dolomiti di Brenta: quasi 7 mila metri cubi di costruzione in legno certificata “Arca Platinum”, il massimo per qualità di impatto ambientale e sostenibilità. Qui ogni ragazzo usufruisce di un progetto educativo e riabilitativo multidisciplinare personalizzato e viene stimolato all’autonomia: gli ospiti imparano a prendersi cura di sé e a comunicare le loro necessità, insieme allo staff cucinano, apparecchiano e riordinano, coltivano l’orto, gestiscono la lavanderia e le piccole pulizie di casa. Qui si costruisce con loro una qualità di vita migliore. «A dimostrazione - afferma Elena Gabardi, che di Casa Sebastiano è braccio operativo accanto a Coletti che ne è la mente - che ragazze e ragazzi con autismo valgono, hanno grandi risorse e possono imparare tanto».
Un approccio forse rivoluzionario, senza dubbio innovativo, che pone al centro la persona con le sue caratteristiche e capacità, focalizzando l’attenzione sulle possibilità invece che sulle mancanze. Innovativa è anche la dotazione tecnologica del centro, che si avvale della prima Stanza Multisensoriale Interattiva in Italia destinata alla riabilitazione socio-sanitaria e di un sistema informatico integrato di ultimissima generazione che è stato possibile installare grazie al sostegno degli imprenditori trentini “con il cuore nel sociale” della Fondazione I Bambini delle Fate.Il centro offre ora anche interventi terapeutici sanitari per la fascia di età dai 0 ai 16 anni: logopedia, trattamenti psico-educativi, neuropsicomotricità, musicoterapia, potenziamento cognitivo neuropsicologico, sviluppo delle abilità sociali, supporto ai famigliari eccetera (tutte le informazioni su www.alberoblu.it).
«Ti voglio immaginare nascosto qui, da qualche parte, caro Sebastiano, che ci osservi da dietro una porta o dietro un angolo, come ti piaceva fare…», sono le parole struggenti di Guido Ghirardini, padre dello sfortunato ragazzo, nel giorno dell’inaugurazione del centro avvenuta il 2 aprile 2017. Questo è il sogno realizzato per un ragazzino che non c’è più, dove si costruisce per tanti come lui un futuro migliore. (g.e.)