Al Tar contro il ponte tibetano
Fondo strategico: ricorso del Comune di Romeno condiviso da Cavareno, Ronzone e Ruffrè Mendola
ROMENO. Il suo slogan era “Quello che dico lo faccio” e per il sindaco di Romeno, Luca Fattor, terminata la campagna elettorale è tempo di passare alle vie di fatto. La promessa mantenuta riguarda stavolta l’impugnazione davanti al Tar di Trento della delibera della Comunità valle di Non n. 24 del 12 settembre, che ha approvato l’Accordo di programma disciplinante il Fondo strategico territoriale della Valle. Materia complessa e delicata per sbrogliare la quale il Comune di Romeno si affida all’avvocato trentino Damiano Florenzano con una spesa di 3.132 euro lordi. «Somma che verrà condivisa in parti uguali con gli altri comuni che condivideranno il ricorso, quindi Cavareno, Ronzone e Ruffrè Mendola che sono già su questa linea», precisa Fattor che come presidente in carica dell’Unione Alta Anaunia ha deciso di fare il primo passo su questo scivoloso terreno.
Dietro il ricorso ci sono motivi di metodo e di merito che vengono da lontano fin dai primi passi dell’iter avviato dalla Comunità sul Fondo strategico che in origine destinava all’Alta valle di Non, nel suo complesso, la quota parte di 1,2 milioni. Soldi che, nella delibera oggetto dell’impugnazione sono destinati a finanziare un ponte tibetano tra Castelfondo e Fondo, lavoro con un costo di previsione di 2,2 milioni che i quattro Comuni sopraddetti non hanno mai digerito, preferendo destinare quelle risorse ad altre opere di zona come l’ampliamento del campo da golf di Sarnonico dalle attuali 18 buche a 27 o a promuovere iniziative per la valorizzazione del Passo Mendola.
Il ricorso al Tar - scrive la Giunta nel provvedimento - è perché il Comune non ritiene condivisibile l’iter di formazione della delibera del Consiglio della Comunità n. 24/2018, delibera lesiva degli interessi della comunità di Romeno in quanto anche il Comune di Romeno concorre alla costituzione del fondo che viene utilizzato su opere non condivise e non a vantaggio della Comunità di Romeno». Rimane da dire però che la Provincia aveva a suo tempo deciso che, per la formazione e l’esecutività dell’accorso di valle sul fondo strategico non è necessaria come in passato l’unanimità, ma bastava il 50% dei Comuni purché rappresentativi di almeno il 50% della popolazione della valle. Criteri più che onorati dalla delibera della Comunità di valle che aveva incontrato l’assenso di 23 dei 28 comuni nonesi con quattro contrari (Romeno, Cavareno, Ronzone e Ruffrè Mendola) e un astenuto (Rumo).
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