Addio a Denis tra lacrime e commozione
Segno, la piazza gremita due ore prima del funerale. «Ti pensiamo felice mentre scorrazzi in cielo col tuo trattore verde»
SEGNO. Una presenza ricca di attenzione e di umanità. Queste le parole del celebrante don Carlo Daz di fronto alla folla che ha accompagnato, tra lacrime e commozione, il giovane papà Denis Magnani nell’ultimo viaggio al cimitero, un serpentone lunghissimo che sembrava non finire mai dietro la bara bianca portata a spalla dagli alpini. È stato un funerale che rimarrà a lungo impresso nel ricordo dei partecipanti e della comunità di Segno, che si è stretta tutta quanta, con un grande abbraccio, attorno alla giovanissima famiglia dello scomparso.
«Ti pensiamo felice mentre scorrazzi per il cielo con il tuo trattore verde» - ha detto un’amica nel commiato in chiesa in cui le emozioni si sono fatte forti con gli interventi dell’ex capogruppo degli alpini Nicola Chini, poi del fratello Fabrizio ed infine dell’amica che ha sintetizzato il pensiero di tanti, con la promessa di stare accanto alla giovane vedova Elisa ed ai figlioletti Loris e Davide, ma anche al papà Lionello e alla mamma Mara e all’affezionatissimo fratello Fabrizio. Il fratello, facendosi forza per superare l’emozione, ha ringraziato dell’altare la folla dei presenti e tutti quanti, dai vigili del fuoco ai medici ed ai soccorritori, hanno fatto l’impossibile per salvare il giovane papà. «Sono orgoglioso del grande bene che ci siamo voluti, l’eredità dei due bimbi che ci lasci ci aiuterà a risollevarci da questo immenso buco di dolore in cui oggi ci troviamo» - ha concluso il fratello.
Parole toccanti anche dal capogruppo degli alpini. «Denis era il più giovane del nostro gruppo, l’ultimo alpino entrato dopo aver fatto il servizio militare. Ma non era solo il più giovane, era anche il più entusiasta e disponibile. Quando c’era qualcosa da fare era sempre pronto a dire “el trator el togi mi!”. Ecco, questo era Denis, generoso e solare e ben inserito nella cooperazione agricola (come consigliere del Gruppo Vasche) e appassionato della sua vita di frutticoltore».
Emozioni forti, si diceva, che hanno permeato tutta la cerimonia. Già due ore prima dell’orario la piazza brulicava di gente in fila per salutare il feretro arrivato da Trento poco prima di mezzogiorno. Il cielo plumbeo anche se non piovoso, ed il suono della campana, hanno accompagnato l’attesa di poter entrare in chiesa per stringere la mano ai familiari e cospargere la bara con l’acqua santa. «Nella vita succedono fatti davanti ai quali non si hanno parole. Ecco, oggi le parole non ci sono ed il silenzio ci aiuta a guardarci dentro, a cercare risposte che non ci sono ed è perfino difficile pensare a Dio come Padre. Ma la consolazione è solo nella speranza nella vita che verrà, la fragilità dell’essere uomini ci fa nascere forte il bisogno d’infinito» - ha detto don Carlo. Funerale toccante ed intenso anche nei canti del coro parrocchiale diretto da Piergiorgio Chini, che ha dedicato a Denis un canto struggente di commiato dalla sua comunità, “Caro amico...” , inno di addio e di speranza. Moltissima gente, si diceva, tra cui anche il neo-presidente della Provincia Maurizio Fugatti.
Denis è stata una vittima della fatalità e della tremenda prova che il Trentino ha dovuto affrontare in quest’ultima settimana, ma la vita continua. E continua soprattutto nei piccoli figli. «Racconteremo a loro, se avremo la grazia di esserci quando saranno grandi, come era il loro papà, e ne saranno orgogliosi, come lo siamo noi per l’amicizia che ci ha dato» - ha concluso l’amico alpino.