indagine

'Ndrangheta in Trentino, al vaglio della gup 15 posizioni

Si tratta del filone politico-amministrativo del procedimento sulle infiltrazioni nel settore del porfido



TRENTO. Al vaglio della giudice per l’udienza preliminare Elsa Vesco le posizioni di 15 persone imputate nell'ambito del filone politico-amministrativo delle indagini sulle infiltrazioni dell'Ndrangheta nel settore del porfido. I reati individuati dalla Procura di Trento vanno dallo scambio elettorale politico-mafioso alla detenzioni di armi, dal favoreggiamento all'immissione in circolazione di banconote false, dalla rivelazione di atti d'ufficio all'associazione mafiosa.

Delle diciassette posizioni iniziali per cui la Procura ha esercitato l'azione penale nel novembre dello scorso anno, una è venuta meno per un patteggiamento, mentre un'altra è stata stralciata in ragione dello stato di salute dell'imputato. Nel primo caso si tratta, del generale dell'esercito Dario Buffa, accusato di favoreggiamento per aver cercato di carpire informazioni sull'indagine e del reato di sostituzione di persona per aver cercato di accreditarsi come agente dei servizi segreti. Il militare ha patteggiato otto mesi con sospensione condizionale della pena.

Nel secondo caso, invece, si tratta dell'imprenditore Giulio Carini. Per quanto riguarda le posizioni al vaglio, invece, la Procura di Trento contesta a Domenico Morello (già condannato a dieci anni nel primo filone processuale), all'ex sindaco d Frassilongo Bruno Groff, all'ex parlamentare Mauro Ottobre e all'ex sindaco di Lona Lases Roberto Dalmonego, il reato di scambio elettorale politico-mafioso. A Pietro Denise e Saverio Arfuso (anch'essi condannati bel primo filone) si contesta il reato di detenzioni di armi e munizioni, mentre l'immissione di banconote false è contestata a Mustafà Arafat e Francesco Favara.

Per omissioni di soccorso e favoreggiamento sono imputati i carabinieri Roberto D'Andrea, Nunzio Cipolla e Alfonso Fabrizio Amato. Ad Amato è contestato anche il concorso esterno in associazione mafiosa, mentre il carabiniere Luigi Sperini è imputato per rivelazione di atti d'ufficio. Infine, l'accusa di associazione mafiosa è contestata a Filippo Gioia, Vittorio Giordano e ad Alessia Nalin (ritenuta concorrente esterna). 













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