l’incidente

Morte di Matilde Lorenzi, il caso al Csm: «Fare chiarezza sulle indagini della Procura di Bolzano»

Il consigliere Carbone ha depositato la richiesta di apertura di una pratica. La 19enne sciatrice morì a seguito di una caduta mentre si allenava sulla pista del ghiacciaio



ROMA. Il consigliere del Csm Ernesto Carbone ha depositato la richiesta per l'apertura pratica allo scopo di fare chiarezza sulla correttezza e sulla completezza delle indagini svolte dalla Procura di Bolzano, a seguito dell'incidente mortale a Matilde Lorenzi, la sciatrice azzurra di 19 anni morta il 29 ottobre scorso dopo la caduta mentre si allenava sulla pista Grawand G1 del ghiacciaio della Val Senales.

L'obiettivo è accertare "eventuali profili di responsabilità in capo ai magistrati titolari delle indagini". "La Procura di Bolzano - scrive Carbone nella sua richiesta - ha provveduto a chiudere le indagini in modo sbrigativo, nel giro di poche ore, non ravvisando alcuna responsabilità penale nella vicenda, che, invece, come si apprende da fonti di stampa, presenta numerosi aspetti poco chiari. Innanzi tutto, le indagini sono state chiuse sulla base di un rapporto dei carabinieri nel quale si dichiara che la pista era dotata di protezioni: tuttavia, da fotografie scattate dall'alto immediatamente dopo I'incidente, è facilmente riscontrabile che, nel luogo in cui la sciatrice si trovava adagiata nel dirupo a seguito della caduta, mancavano reti di protezione a dividere la pista di allenamento dal fuori pista non battuto".

Il consigliere del Csm segnala che "tra le porte pit esterne e il bordo pista la distanza era minima e che le condizioni di sicurezza erano del tutto inadeguate per l'allenamento degli atleti. Perché la Procura non ha condotto alcun accertamento in merito a responsabilità legate alla posizione e alle caratteristiche del tracciato sul quale gli atleti si stavano allenando?", chiede Carbone sottolineando che "sul corpo della ragazza non è stata eseguita I'autopsia, per indagare su quali siano state, veramente, le cause del decesso" e "non è stato accertato se l'atleta sia morta a causa della caduta sulla pista, oppure per la caduta dopo il conseguente volo fuori pista".

Infine Carbone segnala che "la pista non è stata chiusa e posta sotto sequestro, al fine di espletare le indagini del caso e per la messa in sicurezza, ma é stata lasciata aperta e fruibile agli sciatori, col pericolo che potessero verificarsi altri incidenti". 













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