Morte di Lucietti, per i Ris Gionta non ha sparato
Nessuna traccia di polvere da sparo sulle mani del cacciatore che si è tolto la vita
IL DRAMMA. Massimiliano ucciso da un colpo di fucile
IL SUICIDIO. Si è tolto la vita il cacciatore che aveva trovato il corpo di Max
TRENTO. I Ris di Parma non hanno trovato tracce di polvere da sparo sulle mani e sugli abiti di Maurizio Gionta, il cacciatore che si è tolto la vita nei boschi sopra Celledizzo, in val di Peio. Le analisi tecniche sembrano scagionare l'uomo dall'uccisione del giovane cacciatore Massimiliano Lucietti, trovato da Gionta negli stessi boschi 24 ore prima di suicidarsi, la mattina del 31 ottobre scorso.
Nella relazione consegnata alla Procura di Trento, i carabinieri della Sezione chimica, esplosivi ed infiammabili dei Ris spiegano che "non sono state rinvenute particelle 'peculiari' dello sparo". Le analisi hanno evidenziato la presenza di alcune "particelle" compatibili, che però "assumono una valenza limitata, atteso che, per loro natura, possono anche essere di origine ambientale o derivare da fonti occupazionali".
Le precedenti analisi balistiche sull'ogiva trovata accanto al corpo del 24enne Lucietti avevano evidenziato una corrispondenza con il fucile di Gionta, un Winchester calibro 270. Tuttavia sono una ventina i cacciatori che possiedono la stessa arma nella zona.