il caso

Militare accusato di violenza sessuale, assolto anche in appello

L’avvocato difensore: «Chiederò che venga riammesso nell'Esercito» (foto Ansa)



TRENTO. Assolto in primo grado con formula piena dall'accusa di violenza sessuale e lesioni, ha avuto l'assoluzione confermata oggi dalla Corte di Appello di Ancona per non avere commesso il fatto. Protagonista un 35enne, all'epoca militare dell'Esercito, di origini siciliane, "che per il fatto di essere stato accusato di un reato non colposo è stato però escluso dalla carriera per un automatismo previsto dall'art. 650 del codice dell'ordinamento militare" spiega il suo legale, l'avv. Giorgio Carta, di Roma.

I fatti risalgono al 2017: l'uomo, padre da due mesi, e in servizio in Trentino Alto Adige, si trovava a Civitanova Marche (Macerata) in visita alla moglie: entrato per errore nel bagno delle donne in un cento commerciale, avrebbe avuto un battibecco con l'addetta alle pulizie, che lo ha poi denunciato.

Nel 2020 la sentenza di assoluzione del Tribunale di Macerata, appellata dalla Procura maceratese, ma confermata oggi in secondo grado. "Chiederò che il mio assistito venga riammesso nell'Esercito, in questi anni per mantenersi e mantenere il figlio ha dovuto fare l'operaio" dice l'avv. Carta, che lo ha seguito in una vicenda giudiziaria durata oltre 5 anni, insieme al co-difensore Francesco D'Andria.

"Da dieci anni mi batto contro questo automatismo dell'art. 650 - aggiunge -, ho sollevato varie questioni di costituzionalità, finora però senza esito". Le motivazioni della sentenza della Corte di Appello verranno depositate entro 90 giorni.













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