«Medici aggrediti: violenza da condannare, ma sintomo di un disagio diffuso. Drammatica carenza di personale»
La Fp Cgil chiede risposte alla frustrazione dei pazienti: «Le misure di sicurezza da sole non risolvono il problema»
IL FATTO Aggredisce medico del pronto soccorso e prende a testate una vetrata: arrestato
LA PROVINCIA «Impegno per contrastare la violenza contro i medici»
TRENTO. "Esprimiamo solidarietà e vicinanza al medico del pronto soccorso aggredito da un paziente in attesa al Pronto Soccorso dell'ospedale Santa Chiara di Trento. Un comportamento violento che condanniamo con fermezza. Allo stesso tempo, però, non possiamo non prendere anche atto del fatto che questi episodi si stanno intensificando anche sul nostro territorio e sono segno di un disagio diffuso, che va preso in carico".
Ad affermarlo in una nota è il segretario di Fp Cgil Luigi Diaspro. "Crediamo, dunque, che sia fondamentale garantire la sicurezza di tutto il personale sanitario, ma allo stesso tempo sia indispensabile agire in tempi rapidi per costruire risposte che non possono prescindere dal senso di esasperazione in cui si trovano spesso i pazienti, a causa delle lunghe attese, della frustrazione per non sentirsi presi in carico e non trovare risposte. Problemi che esistono e a cui il personale medico e infermieristico con dedizione e impegno cerca di dare risposte ogni giorno, ma non è sufficiente. C'è una drammatica carenza di personale che nonostante la buona volontà di chi opera in ambulatori e corsie non consente una corretta presa in carico dei cittadini alle prese con problemi di salute", prosegue Diaspro.
"È su questo che bisogna agire accanto al rafforzamento delle misure di sicurezza, che da sole purtroppo non risolvono il problema. Sono temi che abbiamo discusso a lungo in un recente incontro con il direttore generale dell'Azienda sanitaria, Antonio Ferro, e dunque ci auguriamo che Provincia e Azienda mettano in campo misure di contrasto delle aggressioni, ma anche un efficace piano di rafforzamento degli organici. È questo un passaggio essenziale per rimettere al centro le persone e prendersi cura dei loro bisogni di cura".