Mafia, dal consiglio provinciale trentino la condanna delle parole di Morra e la solidarietà a Fugatti
Anche Tonini ha definito le parole inopportune e scondiderate. Savoi: “i maggiori indagati nell’operazione Perfido sono calabresi mentre i cembrani sono gente onesta e per bene. Tornino a casa loro”
LE PAROLE DI MORRA: “Stupiti dal silenzio della politica”
TRENTO. La prima parte della seduta del Consiglio di questa mattina, 11 maggio, è stata caratterizzata da una lunga serie di interventi sulle dichiarazioni rilasciate ieri a Trento dal presidente della Commissione parlamentare antimafia Nicola Morra nei confronti del presidente Fugatti.
Claudio Cia (FdI) è intervenuto in apertura di seduta per condannare le parole da lui definite vergognose del presidente della Commissione antimafia che hanno offeso, oltre che Fugatti, la stessa autonomia. Solidarietà quindi a Fugatti e attraverso lui a tutti i sindaci e ai cittadini che si sarebbero resi disponibili a candidarsi ma non l’hanno fatto perché la politica romana lo ha reso impossibile.
Il problema non è Morra ma la criminalità organizzata, ha detto Alex Marini (5 Stelle) che ha ricordato che la Commissione antimafia è venuta qui a fare audizioni, anche delle categorie economiche, per conoscere il contesto della realtà trentina. Le parole di Morra, ha aggiunto, hanno avuto un tono ironico, ma il problema vero è quello di capire a quale profondità è arrivato il fenomeno criminoso in Trentino. E ha ricordato che la sua proposta dell’istituzione di un Osservatorio sulla criminalità è stato respinto senza motivazione.
Anche Roberto Paccher (Lega) ha espresso solidarietà a Fugatti. E’ inaccettabile, ha affermato, l’offesa e le allusioni mosse da Morra nei confronti della massima carica istituzionale della Pat. E ha aggiunto che tutti i presidenti che hanno guidato il Trentino hanno contrastato le infiltrazioni della criminalità. Quindi, la solidarietà va allargata a tutti gli ex presidenti. Paccher ha concluso dicendo che non abbiamo bisogno di lezioni da parte di nessuno.
Su questo tema non si possono fare battute e insinuazioni le parole di Giogio Tonini (Pd) ha detto che le parole di Morra sono state inopportune e anche sconsiderate perché su temi come quello della criminalità non si possono fare battute. Perché nemmeno per scherzo si può insinuare che qualcuno può essere complice della mafia senza averne prove anche perché in Italia ci sono fin troppe esperienze drammatiche di processi mediatici. Ma il tema è terribilmente serio e va affrontato con la sufficiente gravitas.
Quindi, no alle parole poco serie, ma sì al confronto anche accettando la proposta di Marini di costituire un Osservatorio sulla criminalità.
Denis Paoli (Lega) ha espresso solidarietà a Fugatti perché le parole di Morra sono state fuori luogo. Paoli, come presidente della Prima commissione regionale, ha respinto quelle che ha definito le accuse di Marini sul ddl per l’istituzione dell’Osservatorio antimafia regionale che verrà affrontato nel mese di giugno.
Savoi: la mafia l’hanno portata i calabresi e i siciliani. Alessando Savoi (Lega) ha detto di essere rimasto allibito dalle parole di Morra che, ha ricordato, viene dalla regione più mafiosa d’Italia ed è venuto qui in Trentino, portato dai grillini, per darci dei mafiosi. Non a caso, ha aggiunto, i maggiori indagati nell’operazione Perfido sono calabresi e vengono proprio dalle zone dell’onorevole Morra, mentre i cembrani sono gente onesta e per bene. Tornino a casa loro, ha concluso, e si ricordino che al nord la mafia l’hanno portata i siciliani e i calabresi.
Filippo Degasperi (Onda) ha affermato che quando ha dovuto fare segnalazioni su possibili infiltrazioni le ha fatte portando nomi e elementi e non sparando nel mucchio senza riscontri. Quindi l’uscita del presidente della Commissione antimafia ha stupito. Degasperi si è chiesto dov’è la magistratura, il prefetto le forze di polizia e dov’è il Governo e ha ricordato che il codice penale non è di competenza del presidente della Pat. Se c’è un problema di questo genere, che non riguarda solo Lona Lases, perché a Trento ci sono zone fuori controllo dove si spaccia droga che è in mano alla mafia, che Morra ci mandi un prefetto di “ferro” che risolva la questione.
Rammarico è stato espresso da Vanessa Masè (La Civica) che ha rivolto un pensiero alla comunità di Lona Lases che non è composta da indagati ma da ottime persone che stanno vivendo con fatica e senso di umiliazione questo periodo. Una fatica, una lacerazione sociale che sta alla base del fatto che non si sono trovati candidati. Non si deve minimizzare questi fenomeni che non riguardano solo il porfido ma riguardano anche i rifiuti. Tema sul quale Masè ha presentato una serie di proposte per tutelare ambiente e concorrenza.
Paolo Zanella (Futura) ha definito incauta l’affermazione di Morra ma ci si è dovuti rendere conto che il nostro non è un territorio immune dalle infiltrazioni mafiose che non riguardano solo l’inchiesta Perfido ma, secondo alcune segnalazioni, riguardano anche turismo e rifiuti. Perciò si deve fare andare avanti il ddl Marini sia in Provincia che in Regione e che prevede un osservatorio che può essere utile nel contrasto alla mafia.
Mara Dalzocchio (Lega), esprimendo chiara solidarietà a Fugatti, ha detto che il presidente della Commissione antimafia ha rimediato una figuraccia e ha definito disgustose le sue affermazioni e ha ricordato che Morra è indagato di diffamazione aggravata nei confronti della defunta presidente della Regione Calabria, Jole Santelli. La capogruppo della Lega ha ricordato che non è il presidente della Giunta ad aver il dovere di indagare e di raccogliere le prove sulla criminalità, può solo chiedere l’intervento delle autorità competenti.
Pietro De Godenz (UpT) ha definito le affermazioni di Morra incaute e inopportune. Le forze dell’ordine, ha aggiunto, stanno indagando sia sul porfido, sia su vendite sospette di aziende alberghiere e sullo spaccio di droga. Quindi, non è possibile accusare il presidente della Giunta, i tentativi di infiltrazioni ci sono ma la reazione delle forze dell’ordine c’è.
Michele Dallapiccola (Patt) ha letto un comunicato di Savoi del 2016 nel quale il consigliere leghista chiedeva alla Giunta di centro sinistra di vigilare sulle infiltrazioni criminali, stimolando il credito cooperativo ad agevolare i finanziamenti alle aziende locali. Un gioco delle parti, lo ha definito il consigliere Patt, ma si deve evitare di mettere la questione sul personale perché chi governa deve assumersi le responsabilità.
Secondo Ivano Job (Gruppo Misto) con attacchi come quelli di Morra non si va da nessuna parte. Anche perché un governo che introduce formule come il 110 per cento finisce per stimolare la mafia. I problemi nascono a Roma, secondo Job, perché lo Stato reagisce con lentezza e noi dobbiamo invece dimostrare che il Trentino è diverso e sa agire con efficienza ed essere di esempio.