il caso

Le dimissioni di Nava per “colpa” della vaccinazione della moglie

Il dirigente si è dimesso da responsabile del servizio integrazione sociale dell’Apss (ma rimane dipendente) per la dose di vaccino somministrata alla consorte, la giudice Alma Chiettini, che sulla carta non ne avrebbe avuto diritto. L’Azienda sanitaria apre un’indagine

LA DIFESA: il dirigente risponde alle accuse



TRENTO. Le motivazioni personali che hanno portato alle dimissioni di Enrico Nava da responsabile del servizio integrazione sociale dell’Azienda sanitaria provinciale (uno dei vertici dell’Apss trentina), in prima linea in questi mesi di pandemia nella lotta al Covid, soprattutto nelle Rsa, sembrano siano riferite alla vaccinazione della moglie, la giudice di Trento Alma Chiettini, avvenuta all’inizio di gennaio, con una dose che in linea teorica, secondo le disposizioni del Ministero della Salute e secondo quanto scrive oggi l’Adige nell’edizione in edicola, non le sarebbe spettata (la giudice ha 60 anni) ma sarebbe toccata a un anziano ospite in una casa di riposo oppure a un operatore sanitario.

Non è dato poi sapere se tale dose sia fra quelle avanzate per mancanza di persone da vaccinare; il dirigente dell’Azienda sanitaria, interpellato dal giornale, inizialmente non ha fornito spiegazioni (per poi farlo successivamente, il giorno dopo) limitandosi, nel pomeriggio di venerdì 26 marzo, a rassegnare le proprie dimissioni da dirigente (rimane comunque alle dipendenze dell’Apss), dimissioni poi ufficializzate dalla stessa Azienda sanitaria con uno scarno comunicato a firma del direttore generale Benetollo. 

Evidente che la vicenda non si esaurirà qui: l’Apss aprirà un’indagine interna per fare luce su quello che è successo. 













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