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Le Acli del Trentino: «L’ipotesi di un inceneritore è impraticabile»

La richiesta: «Avviare la sperimentazione con un gassificatore da 8.000 tonnellate»



TRENTO. Le Acli del Trentino esternano perplessità sulle soluzioni fin qui individuate dalla giunta provinciale per chiudere il ciclo del rifiuti. L'ipotesi di un inceneritore - si legge in una nota - si rivela infatti "impraticabile se consideriamo che la frazione residua si potrebbe ridurre a quantitativi che, migliorando ulteriormente le differenziate, si assesterebbero sulle 40-50.000 tonnellate annue. A questo punto, un impianto di incenerimento risulterebbe insostenibile dal punto di vista economico, essendo troppo esigua la massa di rifiuti da trattare. Una conseguenza diretta potrebbe essere pertanto quella di importare rifiuti da altri territori oppure, cosa davvero deprecabile, quella di rinunciare al livello di qualità delle nostre differenziate in favore della soluzione termica".

Le Acli trentine chiedono "che la discussione sullo smaltimento della frazione residua venga riportata ad una dimensione pragmatica individuando lo scenario migliore dal punto di vista delle garanzie per la salute dei cittadini e dell'ambiente, con la localizzazione i tempi rapidi di un impianto per il trattamento della frazione finale con un adeguato profilo dei costi e della sostenibilità ambientale, sociale ed economica", si legge ancora nella nota. Nel merito della tecnologia finale per lo smaltimento della frazione residua le Acli trentine, di concerto con il Circolo Acli di Gardolo, si erano già espresse in favore di una sperimentazione di nuove tecnologie fra le quali quella del gassificatore. Una proposta in tale senso era già stata inserita nel famoso addendum del quinto aggiornamento del Piano provinciale dei rifiuti. Un documento - ricorda l'associazione - a cui hanno collaborato Ffb e Università. Con loro la Provincia autonoma di Trento potrebbe avviare la sperimentazione di un impianto di gassificazione da 8.000 tonnellate di rifiuti.

"Dalla nostra prima proposta (2023) ad oggi il tempo c'era e, a nostro avviso, c'è ancora visti e tempi brevi per la costruzione di questi impianti. Serve la volontà di continuare ad essere un modello virtuoso nella gestione sostenibile dei rifiuti", conclude la nota.

(foto Ansa)













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