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«Lavoratori pubblici in smart working contro l’aumento dei contagi»: la richiesta della Cgil Fp del Trentino

Diaspro: "il lavoro agile andrebbe riproposto e riconsiderato almeno fino al perdurare dello stato di emergenza e quindi fino al 31 marzo"



TRENTO. Attivare nuovamente lo smart working per i lavoratori pubblici per fronteggiare l’aumento dei contagi da Covid.

La richiesta arriva dalla Funzione pubblica della Cgil del Trentino, col suo segretario generale Luigi Diaspro.

Che spiega: «L’avanzata della nuova ondata, che si registra in tutto il Paese, è un segnale preoccupante che investe anche la responsabilità dei datori di lavoro per le misure su salute e sicurezza da mettere in campo a salvaguardia dei lavoratori e della stessa salute pubblica.

Il Trentino è fra le otto aree in Italia in cui si registra l'aumento maggiore in percentuale di ricoveri per Covid, ed anche gli altri dati epidemiologici non sono purtroppo tranquillizzati, con un tasso di positività che viaggia oltre il 12%.

Oltre quindi alle vaccinazioni ed alle ultime misure appena varate dal governo nazionale è auspicabile l’attivazione del lavoro agile per i dipendenti degli uffici pubblici quale misura di contenimento e prevenzione dal rischio del contagio.

Gli uffici pubblici, al pari di ogni altro luogo in cui si verificano prolungate condivisioni di spazi chiusi con altre persone, possono diventare occasione di diffusione del virus e delle sue varianti.

Lo smart working andrebbe dunque riproposto e riconsiderato in questa fase quale misura ancora una volta di prevenzione, almeno fino al perdurare dello stato di emergenza e quindi fino al 31 marzo, per garantire la piena e continua operatività degli uffici, mettendo al sicuro i lavoratori e anche i cittadini che si rivolgono ai vari servizi.

Ricordiamo che le drammatiche fasi registrate nei mesi scorsi, quando lo smart working è stato adottato con celerità e molti lavoratori hanno messo a disposizione connessioni e computer personali, hanno evidenziato ottimi segnali di tenuta del sistema e di capacità di rispondere a tutte le esigenze degli utenti.

Oggi è possibile operare forti dell’esperienza precedente, con l’adozione di una modalità di lavoro assolutamente efficace sia nel garantire i servizi sia nella prevenzione sanitaria. Non c’è difatti un rischio – e mai c’è stato – di trovare “chiuso per smart working” – quanto piuttosto un rischio di chiusura degli uffici per la diffusione esponenziale di contagi da variante Omicron.

Nel frattempo, con lo stanziamento delle risorse che consente finalmente l’apertura dei tavoli contrattuali, lavoreremo per inserire nei contratti collettivi la regolamentazione del lavoro agile come modalità di lavoro strutturale e non emergenziale».













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