Tornano alla luce le “calchere” recuperate a Vigo Cavedine

Cavedine. Purtroppo a causa delle sfavorevoli condizioni metereologiche (vento e pioggia) d’inizio maggio si è dovuta rinviare l’iniziativa di “Palazzi aperti”, organizzata dal Comune di Cavedine con...


Mariano Bosetti


Cavedine. Purtroppo a causa delle sfavorevoli condizioni metereologiche (vento e pioggia) d’inizio maggio si è dovuta rinviare l’iniziativa di “Palazzi aperti”, organizzata dal Comune di Cavedine con meta la visita alle 3 “calchere”, site nella campagna dei Masi di Vigo Cavedine al limitare del bosco, che la stessa amministrazione comunale ha fatto recentemente ristrutturare individuando nel contempo uno specifico tracciato di collegamento, denominato appunto “Sentiero delle Calchere”. Anche se l’appuntamento ufficiale è saltato, vi è comunque l’occasione per le scuole o per visite guidate di poterle visitare con l’opportunità di approfondire un aspetto quasi sconosciuto del patrimonio storico-etnografico della Valle di Cavedine, che non è stato finora adeguatamente valorizzato. Non va infatti dimenticato che questi storici manufatti avevano nel passato una funzione fondamentale per l’attività edilizia prima dell’impiego del cemento per la produzione di calce spenta (“calcina”) come legante.

A testimoniarlo sono gli articoli delle antiche “Carte di Regola”, ossia questa specie di statuti comunali che, oltre a sancire una perfetta autonomia comunitaria, dettavano le norme per una corretta gestione del territorio. Anche quella di Cavedine del 1545 e le successive integrazioni seicentesche e settecentesche hanno dedicato una particolare attenzione a questo settore artigianale, definendo le modalità per la concessione di “calcare e carbonare”, attività che potevano essere svolte da qualsiasi “vicino” (abitante autoctono). L’allora iter amministrativo prevedeva innanzitutto l’ottenimento di un’autorizzazione per il taglio di un certo quantitativo di legna, che, necessaria per la cottura ad alta temperatura della pietra calcarea, il Comune concedeva dopo il versamento di 176 troni; successivamente si dovevano versare altri 476 troni per poter attivare la calchera, che solitamente sorgeva sulla proprietà comunale e che poteva essere utilizzata a turno dagli abitanti. Ma veniamo al percorso delle calchere: il punto di partenza è fissato nella località Zurlon (“Masi di Sopra”), imboccando il citato sentiero, che nel tratto iniziale attraversa una zona boscata con vari tipi di vegetazione, e aprendosi poi in un’ampia area agricola coltivata a vigneto, a frutteto e a piccoli frutti si susseguono a breve distanza i 3 manufatti storici.













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